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Il sogno olimpico dell’Unità che si dimentica la Rai

Maurizio Crippa
Di metafore sul giornalismo, sul giornalismo e la politica, siamo già morti tutti di noia da prima ancora di essere nati. Però un paio di metafore, l’allargarsi dello spazio del potere, l’annacquare la notizia, l’avvelenamento dei pozzi per lo spazio del dissenso, eccetera, a guardare la prima pagina dell’Unità di ieri, veniva in mente.
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Di metafore sul giornalismo, sul giornalismo e la politica, siamo già morti tutti di noia da prima ancora di essere nati. Però un paio di metafore, l’allargarsi dello spazio del potere, l’annacquare la notizia, l’avvelenamento dei pozzi per lo spazio del dissenso, eccetera, a guardare la prima pagina dell’Unità di ieri, veniva in mente. Il quotidiano, come definirlo?, contiguo al Partito democratico del presidente del Consiglio, che nell’ultima vezzosa riforma grafica solo col nome della testata si porta via un quarto della prima pagina, ieri un altro terzo della prima pagina se lo copriva così: foto a sei colonne del Cristo del Corcovado (di spalle, vista mare), titolo tricolore: “A Rio con il sogno azzurro”. E vabbé, direte voi, iniziavano le Olimpiadi, e lo spirito del paese deve essere unito. Sì, però, ieri, la notizia italiana che tutto il resto dei giornali aveva, era che il governo, quello guidato da Matteo Renzi, il segretario del Pd, il partito, come dire, contiguo al quotidiano l’Unità, aveva fatto un bel colpo di mano, se non un autogolpe come Erdogan, dentro la Rai, dando una bella risistemata alle direzioni e mettendo in soffitta un po’ di oppositori. Ma sulla prima pagina del giornale contiguo, eccetera, delle imprese del governo contiguo, eccetera, c’era titolo smilzo e un sommario nel taglio basso, “Nomine Rai scontro nel Cda e anche nel Pd”. “Anche nel Pd”. Ma che importa, la notizia è un sogno per Rio.
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