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Il cinese multato a Milano per i Pokemon: idea per Roma

Maurizio Crippa
Ferragosto è lontano ma qui a Milano c’è già un’aria strana, un filo irreale. Le strade del centro mezze vuote, e la gente alle fermate che fa un passo in là, se si avvicina un extracomunitario, casomai tirasse fuori un machete dal marsupio.
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Ferragosto è lontano ma qui a Milano c’è già un’aria strana, un filo irreale. Le strade del centro mezze vuote, e la gente alle fermate che fa un passo in là, se si avvicina un extracomunitario, casomai tirasse fuori un machete dal marsupio. Però c’abbiamo i ghisa, a garantire sicurezza. E non ci fanno paura manco i Pokemon. E infatti l’altra sera c’era un cinese dalle parti di parco Sempione. Stava lì fermo, con l’auto in curva, il primo d’agosto. Che in altre città sarebbe una cosa che passa inosservata. Ma un milanese osservante, invece, non lo farebbe mai: fermo in curva, multa sicura. Infatti si avvicinano i ghisa, documenti prego. Lui ha lo smartphone in mano, il gelato del terzo millennio, si scusa per essersi fermato in un posto così pericoloso (a Milano, d’agosto) e poi candido come un Mattarella alla cerimonia del Ventaglio, gli fa: “Ero alla ricerca dei Pokemon”. Nel resto d’Italia, con una scusa così, che l’avranno già usata a milioni nel mondo, magari la faceva franca. Ma a Milano s’è beccato una multa da 85 euro per sosta vietata in curva. Poi dici l’efficienza, e il senso di sicurezza che ti dà, l’estate a Milano. Poi ti dici, qui manco una sbandata per i Pokemon ti perdonano, e invece a Roma c’è il golpe, il golpe dell’Ama o contro l’Ama, non si sa. E un cinese a Roma al massimo poteva dire: eh, sto cercando un cassonetto. Ma a pensarci, non sarebbe mica una cattiva idea, per l’assessora Paola Muraro: perché non ci mette i Pokemon, nei cassonetti, che magari qualcuno li trova?
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