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Il terrore di oggi della Germania e i refusi della memoria sull’Ispettore Derrick

Maurizio Crippa
Nel giorno in cui Monaco di Baviera è sconvolta dal terrore, un terrore contemporaneo e per così dire globale, non è il caso di stare a fare dell’ironia sulla difficile  convivenza della Germania con i fantasmi del suo terrore passato.
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Nel giorno in cui Monaco di Baviera è sconvolta dal terrore, un terrore contemporaneo e per così dire globale, non è il caso di stare a fare dell’ironia sulla difficile  convivenza della Germania con i fantasmi del suo terrore passato. Ma è anche difficile non farsi venire venire in mente il film Un, due tre! di Billy Wilder, strepitosa commedia ambientata nella Berlino dell’incipiente Muro (anno Domini 1961) in cui James Cagney è un dirigente della Coca-Cola che cerca, con la virtù del business, di convertire l’antico nemico alle leggi della libertà capitalista. Soltanto che nel suo stabilimento modello tutti i dipendenti, dai dirigenti alle segretarie all’ultimo degli uscieri, hanno un passato da tenere nascosto, e da qualche parte una tessera del disciolto partito nazionalsocialista da far dimenticare. “Anche lei non ne sa niente?”. “No, io lavoravo sotto”. “Nella Gestapo?”. “No no! Nella metropolitana”. Così forse anche la Bild ha scelto il giorno sbagliato per diffondere la notizia che la tv pubblica tedesca Zdf avrebbe deciso di cancellare per sempre l’Ispettore Derrick, perché nel 2013 si era scoperto che Horst Tappert, il famoso attore dall’aria triste e luterana, nel 1943 aveva fatto parte delle Waffen-Ss e l’aveva sempre tenuto nascosto, come gli impiegati di Billy Wilder. La Zdf ha smentito. Ma resta che Tappert è morto nel 2008, e l’epurazione postuma ha più l’aria di un refuso dettato dalla correctness, prodotto americano come la Coca-Cola, che di non nobile gesto della memoria.
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