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Educazione sentimentale

Maurizio Crippa
Parafransando una celebre parafrasi di Allen Ginsberg, diresti: ho visto i prof. migliori della mia generazione educare all’Europa i propri studenti, e poi avere figli che votano la Brexit.
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Parafransando una celebre parafrasi di Allen Ginsberg, diresti: ho visto i prof. migliori della mia generazione educare all’Europa i propri studenti, e poi avere figli che votano la Brexit. Ieri è iniziato in commissione Istruzione e cultura della Camera l’iter sull’introduzione della “educazione sentimentale” nelle scuole, voluta da Sinistra italiana. Iniziativa lodevole, sostenuta in prima persona dalla deputata Celeste Costantino. Ispirata all’art. 14 della Convenzione di Istanbul che chiede di introdurre “nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali”. Costantino temeva, ha scritto, “che il tema in sé venisse cassato perché considerato tema sensibile, questione ‘etica’ su cui è bene non legiferare”. Non andrà così, meglio. Ma la domanda è un’altra. Si possono introdurre a scuola l’educazione sessuale, l’educazione di genere, e tutte quelle cose che di solito indignano stupidamente i cattolici. Ma i sentimenti? A scuola si può insegnare la meccanica, quantistica o riproduttiva, non i sentimenti. E se si fa, non servirà. Non impareranno. Detto nel giorno in cui una ragazzina è stata stuprata a turno da cinque minorenni. In bocca al lupo.
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