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Pensieri magici e pensieri sciroccati. Differenze

Maurizio Crippa
Se devo proprio dire di essere uno scettico radicale del cambiamento climatico, no. Qui a Milano è un mese che sembra di stare nella giungla, ma a gennaio sembrava maggio, e l’ultimo ghiacciaio sulle nostre montagne l’ho visto che ero bambino. Per dire. Però più del cambiamento climatico mi affascina il pensiero magico.
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Se devo proprio dire di essere uno scettico radicale del cambiamento climatico, no. Qui a Milano è un mese che sembra di stare nella giungla, ma a gennaio sembrava maggio, e l’ultimo ghiacciaio sulle nostre montagne l’ho visto che ero bambino. Per dire. Però più del cambiamento climatico mi affascina il pensiero magico. Ad esempio il Siberian Times racconta che gli abitanti della Jacuzia, ultima Thule del Risiko, hanno paura ad avvicinarsi a una gigantesca voragine naturale, un chilometro per cento metri di profondità, che oltre vent’anni fa ha iniziato a spaccare la superficie della tajga vicino alla città di Batagai. La chiamano “la porta per l’inferno”. E fin qui, il pensiero magico di Dersu Uzala non fa una grinza. Adesso certi studiosi sostengono che la porta dell’inferno si è spalancata per colpa del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. E questo sì che è un bel pensiero magico, al “piccolo uomo delle grandi pianure” non sarebbe venuto in mente. Scendendo nell’abisso, i paleontologi hanno scoperto resti di bisonte e mammuth. Dovrebbe bastare per chiarire che la terra si muove, adagio adagio o in fretta, come le pare. Forse è più comodo pensare che quelle ossa le abbia risputate Belzebù, dopo averle spolpate. Ma il pensiero magico non ha latitudini. Ad esempio tira scirocco, e la Sicilia è in fiamme. Però Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, ha trovato da dire: “Di per sé gli incendi non si creano da soli”. Pensieri magici e pensieri sciroccati.
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