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Scusami Principesso

Maurizio Crippa
Odiare Michel Platini è una cosa che ho sempre amato fare – e non soltanto io. O forse odiarlo no, che sembra di essere xenofobi di Salisburgo, però l’uomo è un po’ così,  simpatico come un esattore delle tasse.
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Odiare Michel Platini è una cosa che ho sempre amato fare – e non soltanto io. O forse odiarlo no, che sembra di essere xenofobi di Salisburgo, però l’uomo è un po’ così,  simpatico come un esattore delle tasse. Poi, chiaro, visto che la sua ex squadra con le strisce senza fantasia vince sempre gli scudetti, a noi della razza di quelli che restiamo a terra resta poco di bello, se non prendersela con il loro ex Roi. Così gliene abbiamo dette tante, per la mannaia della giustizia (sportiva) caduta sul suo nobile testone. Ma perché non è bello iscriversi per tigna al partito manettaro del crimine preventivo, tocca dire che: ieri la Commissione etica della Fifa (mai ossimoro fu più mal riposto) ha deciso di lasciar cadere le accuse di corruzione e falso a carico di Platini, contro il quale mesi fa aveva chiesto la sospensione a vita per una vicenda di soldi ricevuti dal suo amico ex presidente della Fifa Sepp Blatter, come fantomatico pagamento di antiche consulenze. E per quelle accuse, come un De Luca qualsiasi, Platini ha perso il treno per la poltrona più alta del calcio mondiale. E non è che dispiaccia in generale, nel senso per il calcio. E chissà se i cinquanta gradi di giudizio previsti alla fine daranno ragione all’ex Roi sceso di gradino. Però, nel frattempo: scusami Principesso.
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