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Riina in tv a Porta a Porta? Salvo Vespa (o anche no)

Maurizio Crippa
Bisognerebbe avere il campanello in tasca, quello con cui Vespa toglie la parola ai rompicoglioni. Quelli indignati alla Fico (“esigo trasparenza”), alla Bindi, (“neazionismo”), alla Pietro Grasso (“mani che grondano”). Ma anche gli stupefacenti renziani e gli entusiasti.
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Bisognerebbe avere il campanello in tasca, quello con cui Vespa toglie la parola ai rompicoglioni. Quelli indignati alla Fico (“esigo trasparenza”), alla Bindi, (“neazionismo”), alla Pietro Grasso (“mani che grondano”). Tutti rubricabili alla voce: ma quando in Rai portavano Ciancimino Jr. e altri “pentiti” di tal fatta, dove eravate? Poi sarebbero da zittire gli stupefacenti renziani, come Anzaldi (“bene no Bersani a Porta a porta, ennesima dimostrazione che sui valori irrinunciabili Pd è unito”), o Guelfo Guelfi (“Salvo Riina a Porta a Porta? Brutta linea editoriale, credo che contratto di Vespa sarà rivisto”). Rubricabili alla voce: e parlarne a Campo Dall’Orto? Da zittire ci sarebbe anche qualche entusiasta, come Franco Siddi (“non sarà mai il luogo dell’apologia della mafia”) o Diaconale (“considero l’intervista al figlio di Riina che ha scritto un libro uno scoop”). Rubricabili alla voce: ma uno che scrive “io ho voluto parlare d’altro: la vita di una famiglia che è stata felice fino al giorno del suo arresto” non è che fa appunto apologia della mafia, e non si merita la promozione del servizio pubblico? Però il campanello ce l’ha Vespa, e lui ha detto: “Certo che andrà in onda, perché non dovrebbe?”. Già, perché no? Va in onda per questo motivo: che lui lo fa, e noi ce la guardiamo.
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