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Elton John, Gabbana e il loro pol. scorr. (Noi, invidiosi)

Maurizio Crippa
Finché la sharia non ce lo impedirà abbiamo il dovere-diritto di essere informati, adesso il dubbio ce l’abbiamo. Ma impenitenti come siamo (garantisti impenitenti, cioè) di più sapere non vogliamo, e altro non dimandiamo.
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Se Elton John alla sua ex guardia del corpo abbia provato a infilargli un dito proprio lì, o a palpeggiarlo proprio là, sono cose che riguardano loro due, e non avremmo mai voluto saperne un bel niente. Ma poiché viviamo qui, inteso in occidente, e finché la sharia non ce lo impedirà abbiamo il dovere-diritto di essere informati, adesso il dubbio ce l’abbiamo. Ma impenitenti come siamo (garantisti impenitenti, cioè) di più sapere non vogliamo, e altro non dimandiamo.

 

C’è però una cosa che sappiamo, e che in un certo senso è anche più cruciale, per la libertà d’informazione e d’opinione in occidente, che manco l’uso del dito medio da parte della celebrata rockstar. Ed è questo. Che Stefano Gabbana, stilista, ma che con stile e in libera coscienza ha sempre rifiutato la genitorialità, ha commentato sul suo account, a proposito della querelle tra Elton John e il suo bodyguard: “E adesso??? #karma se mai fosse vero cosa racconterà a suo figlio?”.

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Ora, sappiamo che i due non si sono mai amati. Ma sappiamo pure altro: che se a non tenere le mani a posto fosse stato un prevosto, o un seminarista, sarebbero tutti qui a chiedere la castrazione chimica. Fosse stato un prof. di scuola, tutti a chiedere le telecamere in classe. E che se un commento da moralisti un po’ ancien régime, o un sollevar di ciglio, lo avesse fatto qualcun altro (cioè noi), apriti cielo. Invece a loro – ma solo a loro, che sono loro – pure il linguaggio politically uncorrect è permesso. Noi apprendiamo. Quasi invidiamo.

 

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