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Il candidato Bertolaso, ilarità della catastrofe

Maurizio Crippa
Sarà perché rischia di finire rottamato come un capannone del G8 della Maddalena, ma Guido Bertolaso mi sta quasi diventando simpatico. Non proprio come George Clooney vestito da antico romano, ma il personaggio suscita crescente ilarità.
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Sarà perché rischia di finire rottamato come un capannone del G8 della Maddalena – dipende da cosa ha mangiato il Cav. la sera prima a cena, o dalle nausee mattutine della Meloni – ma Guido Bertolaso mi sta quasi diventando simpatico. Non proprio come George Clooney vestito da antico romano, ma il personaggio suscita crescente ilarità. Prima ha detto a mamma Giorgia di stare a casa a cambiare i pannolini, e si sono tutti scompisciati. Poi ha detto che la Mogherini che piange sui morti di Bruxelles lo fa ridere, o forse ha detto piangere, vattelapesca, ma è un po’ come al terremoto dell’Aquila: c’è chi piangeva e chi invece rideva. Ieri ha detto che lui e Alfio Marchini, l’uomo che potrebbe terremotargli la candidatura, sono la stessa cosa, “due manager”. Specificando: “Non ho detto che io convergo su Marchini, ho detto che ci potrebbe essere una possibile convergenza”. Che, detto da uno che si definisce un non-politico, sembra il figlio di Mariano Rumor. Ma la frase che lo rende proprio simpatico è questa: “Io sono stato un esecutore nella mia vita, ma ormai ho acquisito una certa esperienza”. Ecco, basta che si tolga quelle felpine da Salvini minore, se no a prenderlo come un Mr. Wolf si fa proprio fatica.
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