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Hitch, l’aborto e la posizione di santa Teresa di Calcutta

Maurizio Crippa
Il nostro caro Christopher Hitchens, che nelle pagine interne di oggi Edoardo Rialti prosegue a raccontare da par suo, era di certo un “dandy rivoluzionario”, ma anche uno di quelli con cui qualche volta ci sarebbe stato da fare a cazzotti. E qui spieghiamo perché. La notizia è che Papa Francesco fi
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Il nostro caro Christopher Hitchens, che nelle pagine interne di oggi Edoardo Rialti prosegue a raccontare da par suo, era di certo un “dandy rivoluzionario”, ma anche uno di quelli con cui qualche volta ci sarebbe stato da fare a cazzotti. E qui spieghiamo perché. La notizia è che Papa Francesco firmerà il 15 marzo il decreto per la canonizzazione di madre Teresa di Calcutta, la piccola suora dei “più poveri tra i poveri”. La quale, contrariamente a diffusa opinione, santa ancora non è. Pare mancasse un miracolo alla pratica, ma il Papa buonissimo l’ha ratificato in febbraio. Nel 1994 Hitchens realizzò un celebre, abrasivo documentario per Channel 4 che poi diventò un libro, “La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa”. Disse che poteva anche intitolarlo “La Vacca sacra”, ma gli sembrava “di cattivo gusto”. Il ritratto della suora che ne venne fuori era quello di un’opportunista millantatrice di santità e propagandista religiosa capace di far fruttare economicamente il suo brand. La pia donna se ne ebbe a male, arrivò addirittura a contestare la veridicità di molte affermazioni del giornalista. Ma al di là di soldi e di manipolazioni mediatiche, la vera cosa che Hitchens aveva in odio di madre Teresa era la sua strenua, sine glossa, opposizione all’aborto. E qui siamo al punto in cui, in occidente, non c’è santa che tenga. Ora la posizione di madre Teresa sarà sugli altari, e li ce la terremo. Ma la partita continuerà, fino al Giorno del Giudizio.
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