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Il giustizialismo arbitrale, querele e medaglie di Liguori

Maurizio Crippa
Sarà che il dottore Cantone ci garantisce tutti; sarà che le procure si sono ormai adeguate alla nuova, renziana “sensibilità istituzionale”; sarà che il Cav. s’è messo un po’ tranquillo. Sarà. Però, se hai la tempra del vecchio combattente, se hai passato la vita dalla parte giusta della barricata,
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Sarà che il dottore Cantone ci garantisce tutti; sarà che le procure si sono ormai adeguate alla nuova, renziana “sensibilità istituzionale”; sarà che il Cav. s’è messo un po’ tranquillo. Sarà. Però, se hai la tempra del vecchio combattente, se hai passato la vita dalla parte giusta della barricata, se alla giustizia a orologeria non ti sei rassegnato mai, il cuore ti batte sempre forte. Così Paolo Liguori, direttore di Tgcom24 per contratto e calciodipendente per scelta di vita, non è uno che può starsene zitto, quando i giudici cominciano a ballare. E se i giudici non sono togati ma soltanto arbitri nel pallone, se ne facciano una ragione. L’altro giorno s’è lasciato andare: “E’ sicuro, matematico, che ci sarà un errore arbitrale allo stadio di Torino a favore della Juventus. Dite pure che sono un pazzo visionario. Abbiamo poche certezze nella vita e questa è una di quelle”. E poi, sciabolata morbida: “Se disegnassero Rizzoli è certezza che ci saranno errori. Il bianconero è forte, statemi a sentire”. Be’ insomma, l’hanno querelato. In gruppo l’Aia, che sarebbe l’associazione degli arbitri, in proprio il signor Rizzoli. E non s’era mai visto, in decenni di “arbitro cornuto”, che finisse a carte e tribunali. E noi non sappiamo se abbia ragione il gran Liguori (anzi lo sappiamo sì, ma a noi le querele ci spaventano). Ma di una cosa siamo certi. Non l’ha detto in malafede. E’ solo questo, che in mancanza di meglio le querele arbitrali sono medaglie sul petto del bravo giornalista. O tifoso, che a volte è lo stesso.
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