PUBBLICITÁ

Oltre PPP, la virtù meno apparente per amare Polanski

Maurizio Crippa
Sulla “riabilitazione” di Pasolini non perché fu un grande figlio di Roberto Longhi ma perché amava i ragazzini scrive oggi da par suo Giuliano Ferrara, sottoscrivo e mi inchino.
PUBBLICITÁ
Sulla “riabilitazione” di Pasolini non perché fu un grande figlio di Roberto Longhi ma perché amava i ragazzini scrive oggi da par suo Giuliano Ferrara, sottoscrivo e mi inchino. Ma c’è un altro grande regista che amava le ragazzine e che da quarant’anni, pure lui, è nell’occhio calmo del ciclone. Roman Polanski sta girando un film nella sua Polonia, ma adesso in Polonia c’è un nuovo potere politico, catto-cattolicissimo che la Dc friulana non se lo sarebbe mai sognato. Jaroslaw Kaczynski ha dichiarato che gli fa schifo “graziare qualcuno per il semplice fatto che si tratta di un regista mondialmente conosciuto”, mentre per l’ex ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro, stesso partito, bisogna “autorizzare l’estradizione di Polanski, perché non è giusto proteggere chi ha compiuto un atto così odioso come l’aver abusato di una minorenne”. La storia è nota. Nel 1977 Polanski fu condannato a Los Angeles per “rapporto sessuale extramatrimoniale con persona minorenne” e da allora l’Interpol lo cerca. Ieri il tribunale di Cracovia, nonostante il nuovo corso, ha deciso che non può essere estradato in America. Epperò il caso è sempre quello: l’intellighenzia occidentale ha sempre difeso Polanski perché è un artista, ma implicitamente dicendo che il suo reato non è poi ’sto gran peccato. Si mettessero d’accordo tra loro su cos’è sesso e cos’è reato nel nostro mondo libero e liberato. Così, per sapere se si deve amare Polanski per i suoi film, o per “una virtù meno apparente”.
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ