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Il ponte sullo Stretto e la lauta buonuscita di Alfano

Maurizio Crippa
C’è modo e modo per prepararsi una buonuscita, al netto di quel che s’è combinato. Martin Winterkorn, l’ex ad della Volkswagen puzzona, punta a portarsi a casa un 30 milioni, abbastanza per costruirsi un autodromo privato e farci correre i diesel da mane a sera.
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C’è modo e modo per prepararsi una buonuscita, al netto di quel che s’è combinato. Martin Winterkorn, l’ex ad della Volkswagen puzzona, punta a portarsi a casa un 30 milioni, abbastanza per costruirsi un autodromo privato e farci correre i diesel da mane a sera. I Pooh, che sono gran signori, hanno optato di chiudere dopo cinquant’anni con un concerto di ringraziamento per il fedele pubblico che li ha così a lungo mantenuti. Poi c’è il caso di Angelino Alfano, prossimo alla pensione politica con quel che avanza dell’Ncd. Che potrà mai portarsi a casa, l’Angelino? L’idea gliel’ha offerta, maldestramente, a giudicare da come l’ha presa Delrio, il sottosegretario pd Umberto Del Basso De Caro: ha detto che si potrebbe riconsiderare il progetto del ponte di Messina “previa analisi costi-benefici”. Non proprio una decisione, ma tanto è bastato perché Alfano giubilasse: “Oggi è un giorno importante per la Sicilia e per l’Italia: si riparte col ponte sullo Stretto. Il sud torna protagonista. Era un qualcosa che si era fermato e noi l’abbiamo rimesso in cammino”. Ci sarà una bella “ricaduta economica per la nostra isola”. Ma per rimandare in Sicilia Angelino e i suoi, che in totale sono meno dei Pooh, forse bastava un gommone. 
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