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Il meraviglioso mondo capovolto di Alice, classe 1942

Maurizio Crippa
C’è chi vorrebbe tornare al clima bello e impossibile dell’Italia del 1972 (ma non dico più niente, sennò Carmelo Barbagallo ci manda via mail l’intera storia del sindacato unitario). Però siccome “il bello dei vent’anni è poter non dare retta / a chi pretende di spiegarti” (maestro Jannacci, as usu
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C’è chi vorrebbe tornare al clima bello e impossibile dell’Italia del 1972 (ma non dico più niente, sennò Carmelo Barbagallo ci manda via mail l’intera storia del sindacato unitario). Però siccome “il bello dei vent’anni è poter non dare retta / a chi pretende di spiegarti” (maestro Jannacci, as usual) non si può non volere un po’ di bene, a dispetto di tutti gli sfottò che le hanno tirato su Twitter e sulle altre diavolerie del web, ad Alice Sabatini, novella Miss Italia (che di anni ne ha addirittura 18, l’incosciente). Dal suo mondo capovolto nello specchio, Alice ha cavato una frase tanto irreale quanto rivelatrice, come certi strafalcioni da presentatrice del pomeriggio in tivù: “Vorrei essere nata nel 1942, per vivere la Seconda guerra mondiale. Sui libri ci sono pagine e pagine, io volevo viverla per davvero, poi essendo donna non avrei nemmeno dovuto fare il militare”. L’Agnese che va a morire, la Storia della Morante, la Ciociaria della Ciociara. Pensa, in effetti, quante storie belle e femminili, senza manco dover fare il militare. E a parte che, a nascere del ’42, poi sarebbe stato bello chiedere a uno strizzacervelli che razza di ricordi potesse intestarsi nel subconscio, la ragazza. Ma il punto che dal 1942 ci ricatapulta, storditi, nel 2015, è un altro: questa meravigliosa, lewiscarrolliana idea che sarebbe bello provare tutto: tanto, non costa mai niente. Va bene, condanniamola, la povera Alice. Ma non siate crudeli: non a leggersi il Romanzo della nazione di Maurizio Maggiani.
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