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Le nuove avventure di Huckleberry Travaglio

Maurizio Crippa
Se il libro dell’estate è quella sòla della “Ferocia”, se il disco per l’estate è quella nenia “Generosa” del puffistico Allevi, non resta che ringraziare la musa Calliope per aver baciato Marco Travaglio e averlo trasformato nel Mark Twain che è.
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Se il libro dell’estate è quella sòla della “Ferocia”, se il disco per l’estate è quella nenia “Generosa” del puffistico Allevi, non resta che ringraziare la musa Calliope per aver baciato Marco Travaglio e averlo trasformato nel Mark Twain che è. Il “raccontino sul giorno di ordinario Frecciarossa” è stato un successone, e ieri c’era il sequel dilatato. “Sono stato alluvionato dai messaggi di amici e lettori impazienti di denunciare le proprie disavventure”. E allora dài! Ecco un paginone di racconti dei “deportati”. “Volano porte”, un “carro bestiame”. C’è pure Bassolino: “Nella carrozza come sardine”. Questa sì è letteratura. E’ ben vero che i romanzi d’appendice offrono spazio alle digressioni, così ci sarebbe da scrivere anche altro: che li capiamo, i lettori e amici di Mark. L’hanno preso in quel posto sulla trattativa, l’hanno preso in quel posto sul Quirinale, ora l’hanno dolorosamente preso, sempre nello stesso posto, che non è la prima classe, pure su Azzollini. Vuoi che non si senta il bisogno di sfogarsi un po’? E allora perché non scatenarsi in una campagna su un nemico pubblico altrettanto odiato ma più abbordabile, tipo il Frecciarossa? (Roba da ricchi stronzi: Varoufakis, per dire, arriverebbe in moto pure alla festa del Fatto). “E’ come se fosse saltato il tappo di un’esasperazione troppo a lungo covata”. Sì, è saltato. Aspettiamo golosi la prossima puntata. (E se possiamo, da lettori: per il terzo episodio… sarebbe ora che l’Onnisciente Narratore facesse parlare la controllora kapò).
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