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La Buona scuola del maestro Renzi e quella di Cochi & Renato. “Bene, bravo, 7+”

Maurizio Crippa
Bambini assenti e presenti, attenti! “Il nostro caro premier ha centomila precari, tremila emendamenti e nessun miliardo da spendere. Come farà a varare la Buona scuola? Fatevi aiutare dal vostro papà”.
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Bambini assenti e presenti, attenti! “Il nostro caro premier ha centomila precari, tremila emendamenti e nessun miliardo da spendere. Come farà a varare la Buona scuola? Fatevi aiutare dal vostro papà”. Oggi cominciano gli esami di maturità, e se invece che alle prese con la riforma della scuola fossimo alla Scuola di Cochi & Renato, la traccia del tema di attualità sarebbe più o meno questa qui. Se invece fosse la prova di matematica (domani) il problema  insolubile di Cochi & Renato sarebbe così: “Prendete 100.000 precari, divideteli per 3.000 emendamenti e sottraete 1.000.000.000. Quando sarà pronta la Buona scuola? Fatevi aiutare dal vostro papà”. Comunque la giriate, il pasticcio non prevede risposta. Invece che dal suo papà, Matteo Renzi s’è fatto aiutare da Bruno Vespa per provare a spiegare a prof, precari, famiglie e studenti com’è che la guerra lampo della riforma per il momento è rimandata. Le assunzioni? “Immagino saranno dal 2016”.

 

Poi ha detto che “nei primi giorni di luglio faremo una Conferenza nazionale sulla scuola: li chiamiamo tutti, sindacalisti, presidi, docenti, famiglie. Faremo parlare tutti, noi presentiamo la nostra proposta e una volta ascoltati si chiude perché in Italia dopo anni qualcuno decide”. A luglio, anzi meglio ad agosto, i vecchi ministri democristiani facevano decreti balneari e infornavano assunzioni ope legis. Sempre problemi, con zero soluzioni. Ma Renzi forse proverà a dare la colpa dell’impasse ai gufi del Pd e ai sindacati. Voto? “Bene, bravo, 7+”.

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