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Un altro cristiano morto in Iraq, Tareq Aziz

Maurizio Crippa
Ora che è morto a 79 anni in una prigione di Nassiyria, Michael Yuhanna, il suo nome da cristiano caldeo prima di mutarlo in Tareq Aziz, comparirà davanti al giudizio del suo (nostro) Dio.
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Ora che è morto a 79 anni in una prigione di Nassiyria, Michael Yuhanna, il suo nome da cristiano caldeo prima di mutarlo in Tareq Aziz, comparirà davanti al giudizio del suo (nostro) Dio. Lui che è stato il plenipotenziario presentabile-impresentabile di Saddam Hussein, un Belzebù di seconda scelta. Il giudizio dei vincitori è già stato emesso. Il giudizio del boia, per l’accusa di massacro delle (altre) minoranze religiose, era rimasto pendente e sospeso e ora non conta più. Per il giudizio della storia, sarebbe bello prendersi il tempo di una mezza dozzina di millenni, assecondando i ritmi del medio oriente. Nel frattempo si potrebbe rifletterci su. Gettando sulla bilancia della storia, che forse somiglia a quella di Dio, un fatto certo di quando l’opaco Tareq Aziz stava nel cono d’ombra a fare da sgabello a Saddam Hussein. Prima che a qualcuno venisse in mente di esportare la democrazia come fosse un oggetto solido. Prima che Saddam diventasse una carta di un mazzo con troppe matte, come Mubarak, come Gheddafi, come Assad. Il fatto è che in medio oriente uccidevano meno cristiani. Ieri in Iraq è morto soltanto un cristiano caldeo in più.

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