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Il pouf indipendete di Barbara Spinelli, vedova Tsipras

Maurizio Crippa
Lei non intende contribuire in alcun modo a un’ennesima atomizzazione della sinistra, ha detto così, perché lei parla forbito, è una intellò. Però un accomodamento sia pure a sinistra, un acciambellarsi come se avesse un libro in mano sul comodo pouf, sia esso marca Tsipras o marca indipendente, que
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Lei non intende contribuire in alcun modo a un’ennesima atomizzazione della sinistra, ha detto così, perché lei parla forbito, è una intellò. Però un accomodamento sia pure a sinistra, un acciambellarsi come se avesse un libro in mano sul comodo pouf, sia esso marca Tsipras o marca indipendente, questo sì. A questo si può acconsentire. Con un movimento fluido, un melange di autostima e ritrosia. Barbara Spinelli lascia la lista L’altra Europa con Tsipras, preso atto che la Tsipras in Europa non vale più niente, e figurarsi quanto valgono oggi i suoi fan italiani. Ma non lascia il suo seggio in Europa, quello no. Ché forse anche le donne di garbo si affezionano alle proprie capriole, un po’ come quelle ragazzacce ignoranti che tanto avrebbe gradito finissero in un centro di rieducazione si erano affezionate allo strapuntino delle feste eleganti. Aveva già fatto la piroetta di dire che non ci si sarebbe seduta, sul seggio dell’Europarlamento, quando accettò di candidarsi (accettò: le vere signore non sgomitano, accettano). Disse che mai l’avrebbe occupato, “sono solo la garante delle lista”. Poi, come una vergine Camilla, si sacrificò: “Vado in Europa per il bene del paese”, per tutelare il processo di “unione della sinistra”. Quelli che ci avevano creduto, elettori e candidati in attesa di un seggio che venisse libero, ne dissero di ogni, alla signora. Lei fece spallucce, ma solo un po’, discreta. Adesso è nel gruppo indipendente. Come ogni donna indipendente, che non bada al posto a tavola.
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