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Il concertone unitario del Partito della nazione

Maurizio Crippa
Che il concertone unitario del Primo maggio avesse fatto il suo tempo lo si scrive da anni, senza bisogno di aspettare il venticinquesimo anniversario.
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Che il concertone unitario del Primo maggio avesse fatto il suo tempo lo si scrive da anni, senza bisogno di aspettare il venticinquesimo anniversario. Come hanno fatto il loro tempo le manifestazioni unitarie, come l’ha fatto il partitone unitario. Oggi a San Giovanni “sarà una grande festa nel segno della solidarietà, con momenti di richiamo alle due grandi emergenze mondiali del Nepal e dei migranti”, ha detto Camila Raznovich, e poteva dirlo pure Bruno Vespa, o Matteo Renzi. Così va che a Taranto, a Taranto che è la nostra Striscia di Gaza, ci sarà, ma ormai siamo agli anniversari anche lì, il concertone della minoranza, il “Concerto alternativo”. Ci sarà anche Mietta, per dire l’alternativa, ma soprattutto ci saranno Marco Travaglio e don Palmiro Prisutto, il prete anti inquinamento, e le mamme della Terra dei fuochi e i No trivella lucani e i No Expo di Milano (quelli che non hanno trovato il biglietto del Frecciarossa). Sarà un segno (tardivo) della divisione della sinistra? Forse è solo un segno della mutazione della tv generalista. Camila Raznovich è stata brava e trasgressiva, ma adesso sta alle falde del Kilimangiaro.
J Ax, è un bravo rapper, ma adesso fa il coach a “The voice of Italy”, dove risulta più trasgressiva la famiglia Facchinetti. Il concertone è l’evento Rai del Partito della nazione, una Sanremo in piazza e passabilmente renziana. L’anno prossimo, se il Cav. vende Mediaset, chiederanno la liberatoria per usare il nome “La ruota della fortuna”.
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