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La lunga marcia redentrice via sputtanamento di Alex

Maurizio Crippa
E’ istruttivo ripercorrere la lunga marcia di Alex Schwazer, campione olimpico, magari accelerando i fotogrammi come nelle comiche di Ridolini. Era stato beccato per doping.
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E’ istruttivo ripercorrere la lunga marcia di Alex Schwazer, campione olimpico, magari accelerando i fotogrammi come nelle comiche di Ridolini. Era stato beccato per doping. Aveva pianto e aveva detto cose persino notevoli sulla solitudine del marciatore. Aveva lasciato capire che era quasi contento così. Liberazione. L’avevano squalificato. Soprattutto, l’avevano sputtanato a livello planetario, manco fosse D’Alema alle prese col vino in Umbria. “Faccia pulita e sangue dopato”, è il minimo che gli avessero detto. Avevano sputtanato anche la sua fidanzata, Carolina Kostner, rea di aver detto: non me la sono sentita di denunciarlo. Squalificata pure lei. Non osiamo pensare che trattamento avrebbero riservato a Linda Giuva, se le fosse scappato detto: ma il Pinot noir di Max non è mica male, io lo offrirei alle feste delle Coop. Poi Alex ha incominciato a dire: magari torno, magari mi alleno. Anzi sono certo che vado alle prossime Olimpiadi. E ha annunciato che si farà preparare dal prof. Sandro Donati, un commissario Cantone delegato all’Epo invece che all’Expo: “Determinante avere di fianco un allenatore con quella storia antidoping”. Don Ciotti ha applaudito. Fermo fotogramma. Dalla lunga marcia si evince che: in Italia non si rottama nessuno. La prescrizione è un concetto metafisico. L’importante non è scontare la pena, l’importante è accettare di buon cuore il fatto che se ti hanno sputtanato, lo hanno fatto per il tuo bene.
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