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Spalletti è tornato di moda come la Prima Repubblica

Maurizio Crippa

Nelle sue dichiarazioni alla stampa il tecnico dell'Inter sembra trarre ispirazione da Forlani e De Mita

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Mah. Poi dite che Mattarella è una sfinge impenetrabile nei suoi retropensieri più nascosti. Poi dite che è tornata di moda la Prima Repubblica, con le formule incomprensibili della democristianeria e le doppie negazioni andreottiane. Dite pure. Però poi arriva Spalletti. Si era presentato come Sun Tzu mandato dai cinesi e pronto a vincere la guerra e adesso si fa fotografare in centro a Milano agghindato come un metrosexual d’antan. Adesso balla a bordo campo malmenandosi le chiappe. E ha una squadra più scombicchierata del Pd. Adesso dice: “Il fatto che poi si venga da qualche risultato non pieno e da qualche partita dove abbiamo segnato poco non deve far confusione sull’analisi della prestazione, un aspetto in cui siamo a posto al momento. Chiaramente il gol fa la differenza”. E sembra Forlani. Poi dice anche: “Probabilmente ci eravamo costruiti la possibilità di gestire qualcosa ma con gli ultimi risultati ce lo siamo rigiocati. L’analisi che ci dà la partita di domani è la vittoria come unico obiettivo”. E qui sembra proprio Ciriaco De Mita, il mitico allenatore della Magna Grecia (l’Avvocato dixit). Niente, sembrava l’Invincibile Armada, e adesso Sun Tzu ammicca come un filosofo di Certaldo: “Il mondo è pieno di meteore, la classifica vuole che si faccia bene sempre”. E addirittura, alla fine, dopo la partita magra magra con la Dea, se la prende pure con i giornalisti: “Il fatto che Icardi non fa gol, è un problema vostro”. Ma come vostro? E noi Fratelli Bauscia chi siamo? Una banda di sbronzi del Vinitaly? E no, caro Spalletti, se lo lasci dire: o lei è un insensibile, o ha un bidone della spazzatura al posto della squadra.

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