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La cosa più brutta è perdere contro una squadra allenata da Mazzarri

Maurizio Crippa

Il vero dramma è che l'Inter di "Sun Tsu" Spalletti è stata battuta dal re dei piagnoni e dei recriminatori

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Perdere a Torino col Torino dopo 24 anni che non capitava; perdere contro una squadra che ha fatto un tiro in porta per merito di uno svarione difensivo che nemmeno la Roma quando va al Camp Nou; perdere dopo aver sbagliato in attacco tutto quello che si può sbagliare in un campionato; perdere perché a Luciano Spalletti, il Sun Tzu di Appiano Gentile, gli è sembrato che Rafinha fosse un po’ stanchino (come Beppe Grillo) per giocare, e ha messo Borja Valero, uno che anche a occhio nudo sembra uno stanco persino di vivere, tanto è malmostoso in campo. Ecco, perdere così è una cosa che può far felice @pierovietti o qualche altro mio amico granata. Buon per loro. Però ha il potere, come Jack Nicholson in Shining, di fare trasformare un bravo Bauscia in un cattivo ragazzo.

 

E allora, senza manco dover eccedere in cattiveria, solo l’evidenza dei fatti, la cosa più brutta è perdere contro una squadra allenata da Mazzarri, di gran lunga il peggior allenatore passato dall’Inter negli ultimi quarant’anni. Il re dei piagnoni e dei recriminatori, che non a caso mette in campo squadre piagnone e recriminatorie, più noiose di Ballando con le stelle, e che nella Milano con i colori della notte è ricordato solo per le sue scuse patetiche, tipo: “I ragazzi che hanno giocato oggi più o meno hanno giocato cinque partite ogni due giorni”, o “c’era caldo e si veniva dalla Russia che faceva freddo”, fino all’inescusabile “poi è cominciato anche a piovere”. Ecco, questo pezzo d’uomo, domenica quasi non voleva stringere la mano a Spalletti, poi ha detto: “Una rivincita? Io non ho da prendermi nessuna rivincita, i fatti si commentano da soli. Non ho bisogno di dimostrare niente dopo 15 anni di panchina. Ha vinto una Coppa Italia col Napoli, in quindici anni.

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