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La vera minaccia che può far barcollare l'Inter di Spalletti

Maurizio Crippa

I Cugini hanno cacciato Montella. Con lui sfuma la certezza che non si sarebbero più scongelati da quel gelido -16 in cui sono oggi conficcati. Ora arriva Ringhio Gattuso. Paura, eh?

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Il nostro ministro della Difesa, come ebbe a nomarlo quel calembourista di Sarri, ovvero lo strategós Lucianone Spalletti, non è uomo da farsi spaventare da niente: “All’inizio si buttavano nel fuoco sulle palle vaganti – ha descritto la battaglia manco fosse il gladiatore Massimo Decimo Meridio contro i Marcomanni – Ci saltavano addosso”. Però, incurante del fatto che il Cagliari per mezz’ora non gli ha fatto vedere la palla, letteralmente, ai suoi opliti nerazzurri per l’occasione di bianco vestiti, dice “abbiamo giocato da squadra forte. Soffrire è segno di squadra matura”. Perché devi essere stratega (e abile come Sun Tzu, visto che pagano i cinesi, con antichi cash di Nanchino) ma anche essere un contaballe di bronzo, un toscanaccio compaesano di Boccaccio, non guasta mai. Poi dite grazie a Maurito, che segna più gol di quanti palloni tocchi, e il grande Adani su Sky ha rivoluzionato per lui le leggi della Relatività ristretta: “Icardi vive quindici secondi nel futuro”. E ringraziate anche san Samir Handanovic, che para più palloni di quante minchiate i suoi difensori riescano a combinare. Per il resto, grasso che cola così. Basterà per rimanere lì, inusitatamente e implausibilmente in alto? Chi può dirlo. Per ora la minaccia, la vera minaccia che può sbarellare la psiche del ministro della Difesa e dei suoi opliti, è arrivata insinuante da Milanello: hanno cacciato Montella, i Cacciaviti. E con lui sfuma la certezza che i Cugini non si sarebbero più scongelati da quel gelido meno sedici in cui sono oggi conficcati, come nel ghiaccio di Caina. Al suo posto è arrivato Ringhio, inteso Gattuso “mi è scoppiata l’ignoranza”. Paura, eh?

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