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Vedi Napoli e non muori. Lezioni di pragmatismo cinese

Maurizio Crippa

Noi del Celeste impero Suning, sotto la guida suprema del líder maximo, lo abbiamo già interiorizzato: “Primo, non prenderle”

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Pragmatismo. Noi cinesi siamo così. Dai tempi di Deng: “Non importa se il gatto sia bianco rosso o nero, l’importante è che acchiappi il topo”. Che aggiornata a oggi, nell’altro emisfero della cineseria calcistica, suonerebbe così: “Basta che non sia rossonero come Bonucci, se no non acchiappa manco il guardalinee”. Pragmatismo. Il congresso del Partito si sta chiudendo, con la Nuova Dottrina del suo super leader: “Conquisteremo il mondo”. Semplice, efficace, diretta. Il pragmatismo lo abbiamo già interiorizzato anche qui, noi del Celeste impero Suning, sotto la guida suprema del líder maximo: “Primo, non prenderle”. E’ andato al San Paolo, a casa del “ministro dell’Economia” Sarri, e gli ha spiegato la superiorità dell’arte della guerra. O almeno, per questa volta si è limitato al capitolo difesa. Chiudere gli spazi, soffocare sul nascere l’iniziativa del nemico, minare il campo. Provare il contrattacco con rapide sortite. Per questa volta va bene così. Quelli volevano palleggiare in faccia ai Fratelli Bauscia, i Fratelli Bauscia un anno fa si sarebbero fatti palleggiare anche sugli zebedei, una specialità della casa. E invece niente: “Giù i màn”, come si diceva da queste parti quando non eravamo ancora cinesi. Il fatto è che lo Stratega forse non è ancora ai livelli di Sun Tzu, ma sa il fatto suo. Anche come Psicologo in chief. Prendete il caso Vecino. “E’ da quando è arrivato che gli dico: non lo sai neanche tu quanto sei forte”. Beh, lo ha quasi convinto: è statisticamente il Bauscia che corre di più, che recupera più palloni, che ne perde di meno, che in mezzo al campo fa meno girare le palle ai tifosi. Pragmatismo. Conquisteremo il mondo, ma forse la prossima volta. Per adesso abbiamo visto Napoli, e non siamo morti.

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