PUBBLICITÁ

Fantanoia

“Raised by Wolves”, altro caso in cui un regista come Ridley Scott dà il peggio di sé in una serie tv

Mariarosa Mancuso

La macedonia di temi e spunti fantascientifici va da “Matrix” a “Terminator”, con un tocco di “Alien” e una spolverata di “Metropolis”. Voglia di sapere come finirà: zero

PUBBLICITÁ

Gli androidi raccontano barzellette sceme. Succede dopo un atterraggio rischioso su Kepler-22b, remoto pianeta dove hanno una missione da compiere. Genitoriale: sappiamo subito che si chiamano Padre e Madre. Hanno con sé un certo numero di embrioni surgelati, che dopo nove mesi (debitamente nutriti con tubicini attaccati all’androide Mamma) diventano bambini e vanno incontro ai pericoli. Il pianeta del resto pare pochissimo ospitale, le piante vengono su come Spelacchio.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Gli androidi raccontano barzellette sceme. Succede dopo un atterraggio rischioso su Kepler-22b, remoto pianeta dove hanno una missione da compiere. Genitoriale: sappiamo subito che si chiamano Padre e Madre. Hanno con sé un certo numero di embrioni surgelati, che dopo nove mesi (debitamente nutriti con tubicini attaccati all’androide Mamma) diventano bambini e vanno incontro ai pericoli. Il pianeta del resto pare pochissimo ospitale, le piante vengono su come Spelacchio.

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

Quando in “Raised by Wolves” comincia a succedere qualcosa, di sei pupi (diversamente colorati) è rimasto solo un ragazzino bianco chiamato Campion. Vivono sotto una tenda igloo – gonfiabile, ma ha i segni dei blocchi di ghiaccio. Abbiamo annotato tutti i particolari, nella speranza che tornassero utili per capire la storia. Sforzo inutile: quel che accade – e soprattutto quel che è accaduto, per conciare a quel modo l’umanità – viene sempre detto a parole, mai mostrato. Perlomeno nelle due prime puntate (sono dieci in tutto, dall’altro ieri su Sky Atlantic e NowTv). Dovrebbero essere le più pregiate, dirette da Ridley Scott, peraltro produttore dell’intera serie scritta da Aaron Guzikowski: già sceneggiatore del tesissimo thriller “Prisoners”, regista il canadese Denis Villeneuve, attori Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal. Purtroppo, un altro caso di prodotto seriale che tira fuori da un regista il peggio di sé, neanche fosse questo il terreno più adatto alla sperimentazione.

 

Forse il copione andava più veloce. Di sicuro la messa in scena fa di tutto per rallentare il ritmo. C’è il tempo per guardare una a una tutte le pieghe nella tuta poco elastica – grigia su paesaggio desolato grigio – degli androidi. Padre è nero, Madre pare un’irlandese con i capelli rossi. Anche nel 2145 (l’unica data che vediamo, riferita a una battaglia nei cieli di Boston) bisogna omaggiare la correttezza politica. E i ruoli restano, immarcescibili: Madre allunga la scodella con il cibo, Padre esplora i dintorni (mostrandosi assai poco atletico per un androide). Pensa che quando lui e Madre saranno fuori uso il ragazzino Campion dovrà ricongiungersi agli umani come lui. Quando finalmente sullo spelacchiato paradiso arriva una navicella spaziale con a bordo uomini in carne e ossa – sia pure ridicolmente abbigliati – allo spettatore vengono lanciati brandelli di spiegazione. C’è stata una terribile guerra di religione. I sopravvissuti arrivati su Kepler-22b vengono chiamati mitraici. Residuo di un’epoca barbara, sostengono gli androidi che si dichiarano “atei, pacifici, tecnocrati” (epperò celebrano il numero 5 come misura di tutte le cose). Va da sé che il ragazzino Campion, quando vede morire il primo fratello, improvvisa un altarino con tre pietre e prega di nascosto dai genitori androidi. Intanto abbiamo scoperto che Madre, pur del tutto priva di tette, ha occhi che inceneriscono – o forse peggio, non vediamo un mucchietto di cenere ma facce ridotte in poltiglia. Arrivano altri bambini, orfani dei mitraici spappolati. Anche un animaletto vivo, mai visto nei paraggi (galattici). La macedonia di temi e spunti fantascientifici va da “Matrix” a “Terminator”, con un tocco di “Alien” e una spolverata di “Metropolis”. Voglia di sapere come finirà: zero.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ