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Anche Tarantino tocca il punto più basso nella scala alimentare degli scrittori

Mariarosa Mancuso

Nell'estate del 2021 uscirà una “novelization” di “C’era una volta a Hollywood”. HarperCollins ha messo sotto contratto il regista per due libri. L’altro sarà intitolato “Cinema Speculation”

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Il contratto è firmato, il libro uscirà nell’estate del 2021. Quentin Tarantino scriverà una “novelization” del suo film “C’era una volta a Hollywood”, toccando così il punto più basso nella scala alimentare degli scrittori. I libri ricavati da film di successo che non avevano il bene di un romanzo alle spalle. Se ce l’hanno, basta cambiare la copertina o mettere una fascetta per collegare il libro al film o alla serie, infatti gli americani parlano di “Tie-in”. A proposito: ancora non siamo riusciti a scoprire quante maledizioni hanno lanciato i poveretti che hanno comprato “Pamela” di Samuel Richardson abboccando alla scritta “Da questo libro è tratto ‘Elisa di Rivombrosa’”. Romanzo epistolare del Settecento, che stazza 600 e rotte pagine, contro zuccherosa serie di Canale 5, annata 2003. Quentin Tarantino è fedele ai vecchi amori, mai sputerebbe sulle cose che gli sono piaciute, né ha fatto il minimo tentativo di inventarsi un passato cinefilo. Gli piaceva da ragazzino leggere le “novelization”, ora ne scriverà una. Ma basta andare indietro a Woody Allen, che ha una trentina d’anni più di lui, per trovare il veleno.

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Il contratto è firmato, il libro uscirà nell’estate del 2021. Quentin Tarantino scriverà una “novelization” del suo film “C’era una volta a Hollywood”, toccando così il punto più basso nella scala alimentare degli scrittori. I libri ricavati da film di successo che non avevano il bene di un romanzo alle spalle. Se ce l’hanno, basta cambiare la copertina o mettere una fascetta per collegare il libro al film o alla serie, infatti gli americani parlano di “Tie-in”. A proposito: ancora non siamo riusciti a scoprire quante maledizioni hanno lanciato i poveretti che hanno comprato “Pamela” di Samuel Richardson abboccando alla scritta “Da questo libro è tratto ‘Elisa di Rivombrosa’”. Romanzo epistolare del Settecento, che stazza 600 e rotte pagine, contro zuccherosa serie di Canale 5, annata 2003. Quentin Tarantino è fedele ai vecchi amori, mai sputerebbe sulle cose che gli sono piaciute, né ha fatto il minimo tentativo di inventarsi un passato cinefilo. Gli piaceva da ragazzino leggere le “novelization”, ora ne scriverà una. Ma basta andare indietro a Woody Allen, che ha una trentina d’anni più di lui, per trovare il veleno.

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Nel racconto “Penna offresi” sono descritte così: “E’ quando un film incassa parecchio, e un produttore ingaggia un cadavere per ricavarne un romanzo. Un tascabilaccio, capito? Un prodotto destinato agli zoticoni, hai presente il ciarpame da aeroporto o da centro commerciale?” HarperCollins ha messo sotto contratto Quentin Tarantino per due libri. L’altro sarà intitolato “Cinema Speculation”: una “profonda immersione” nel cinema degli anni 70 attraverso saggi, recensioni, ricordi personali, e controfattuali – “cosa sarebbe successo se…”, come nel film accade con l’omicidio di Sharon Tate. La cifra non è nota, il marketing punta in alto (“C’era una volta a Hollywood” è costato 90 milioni di dollari e ne ha portati a casa oltre 370). Il regista di “Pulp Fiction” non è certo “un cadavere di scrittore”, e noi zoticoni che lo abbiamo amato fin dalla prima scena delle “Iene” (una mezza rissa sulle mance, tra Steve Buscemi e altri componenti della banda, tra cui lo scrittore ex carcerato Edward Bunker, alias Mr Blue) lo ordineremo appena arriva su Amazon.

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Tarantino garantisce che sapremo molte altre cose sul personaggio di Leonardo Di Caprio, attore di western in declino, e la sua controfigura per le scene pericolose Brad Pitt. Speriamo non troppe, il montaggio stringente serve anche nei libri. Il raccontino di Woody Allen sulle penne in vendita sta in “Pura anarchia”, una raccolta uscita da Bompiani nel 2007. Purtroppo la traduzione non è sempre saldissima, cosa che smorza un po’ il divertimento. Ma molti altri sono i bersagli del comico-scrittore, per chi volesse consolarsene in questi tempi confinati. In “Così mangiò Zarathustra” sfotte gli accademici inventandosi un “Libro delle diete di Friedrich Nietzsche”. Da consigliare, prima di tutto, a Pietro Castellitto che intorno al filosofo e a chi lo sviscera – in senso proprio e figurato – costruisce una delle scene più divertenti del suo film “I predatori” (a proposito, quando uscirà su qualche piattaforma? giusto per non mandar sprecati tutti gli elogi che si infrangono miseramente sulla domanda “bello, ma dove lo vedo?”). Woody Allen riscrive la storia della filosofia, usando il grasso come parola chiave. “Cartesio separò il corpo dalla mente, quindi il corpo poteva rimpinzarsi mentre la mente pensava e chissenefrega tanto non sono io”. Oppure: “Spinoza era molto frugale nei pasti, perché credeva che Dio esiste in ogni cosa. Un hot dog mette soggezione, se pensi di spalmare la senape sulla Causa di Tutte le Cose”.

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