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cinque giorni da borat

Sacha Baron Cohen è tornato e stavolta per sfidare Trump

Mariarosa Mancuso

“Borat 2” andrà su Amazon il 23 ottobre, si sbrighino gli indignati cronici: uso improprio delle mascherine, fanciulle maltrattate e presa per il culo di complottisti

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La mascherina chirurgica usata a mo’ di sospensorio e nient’altro. A parte, si intende, i calzini e le scarpe, da maschio kazako che in un negozio di abbigliamento per signore cerca il reparto con i vestiti “NO vuol dire SI’”. Un paio di dettagli, e già siamo su un terreno minato. Speriamo maggiore clemenza per il poster che mostra Borat, in completo blu e cravatta rossa e Rolex, mentre si toglie la maschera con le fattezze e il ciuffo carota di Donald Trump. Didascalia: “Grazie per questi quattro anni, un grande personaggio comico”. Sacha Baron Cohen si è travestito da Borat che si traveste da Trump, con una di quelle tute ingrassanti che fanno sudare e impediscono i movimenti (sono anche considerate “appropriazione culturale” da chi è grasso davvero, perché tolgono lavoro agli attori naturalmente sovrappeso).

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La mascherina chirurgica usata a mo’ di sospensorio e nient’altro. A parte, si intende, i calzini e le scarpe, da maschio kazako che in un negozio di abbigliamento per signore cerca il reparto con i vestiti “NO vuol dire SI’”. Un paio di dettagli, e già siamo su un terreno minato. Speriamo maggiore clemenza per il poster che mostra Borat, in completo blu e cravatta rossa e Rolex, mentre si toglie la maschera con le fattezze e il ciuffo carota di Donald Trump. Didascalia: “Grazie per questi quattro anni, un grande personaggio comico”. Sacha Baron Cohen si è travestito da Borat che si traveste da Trump, con una di quelle tute ingrassanti che fanno sudare e impediscono i movimenti (sono anche considerate “appropriazione culturale” da chi è grasso davvero, perché tolgono lavoro agli attori naturalmente sovrappeso).

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Così vestito e truccato ha atteso cinque ore nel bagno dei maschi, “pisciata di conservatore dopo pisciata di conservatore”, prima che arrivasse il momento di entrare in scena. Portando in spalla una ragazza, in minigonna e calze smagliate, a un comizio di Mike Pence (pronunciato, va da sé, “Mr Penis”). Sfidando la sicurezza e le guardie del corpo: si fosse tolto la maschera di Trump sotto restavano i baffoni di Borat, e non è come all’inizio del travestimento, ormai lo riconoscono. Servono coraggio e determinazione, per girare un film che Seth Rogen – non proprio l’ultimo arrivato, in materia di comicità – ha visto sei volte per diletto, ed è pronto a rivedere un’altra volta.

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“Borat 2” (il titolo completo parla di una scimmia porno da regalare al vicepresidente americano, a beneficio della un tempo gloriosa nazione del Kazakistan) andrà su Amazon il 23 ottobre, si sbrighino gli indignati cronici. Uso improprio delle mascherine – a proposito, il web ripropone in vendita il “mankini” verde veleno, anche di altri colori sgargianti. Fanciulle maltrattate. Presa per il culo di complottisti, ovvero cinque giorni vissuti sempre da Borat, in casa di due giovanotti cresciuti a bugie di ogni ordine e grado. Il Times e il New York Times (a firma Maureen Dowd) fanno a gara per intervistare Sacha Baron Cohen, raramente acchiappabile nella parte di se stesso. Raccontano l’infanzia britannica a Hampstead, padre venditore di vestiti – fatto passare per un famoso cuoco, al matrimonio del comico con Isla Fisher – e madre fotografa dilettante.

 

Lo ha cresciuto nonna Liesel, una ballerina che dalla Germania nel 1936 era fuggita in Israele – Sacha Baron Cohen ha filmato le sue lezioni di ginnastica per la terza età (lei ne aveva 99, e non dite che i giornali di carta sono meglio dell’iPad: un clic e vediamo nonna Liesel sulla sedia che insegna alle giovincelle con trent’anni di meno). Altro video, stavolta a provvederlo è il Times: Sacha Baron Cohen e il fratello Erran, giovanissimi, in un numero comico semplice ma d’effetto. Partono vestiti da ebrei ortodossi, mentre camminano Sacha si spoglia e resta in costumino Speedo, con le ciabatte.

 

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Sacha Baron Cohen teneva molto a che il film uscisse prima delle elezioni di novembre, a cinema chiusi l’impresa non era facilissima. Non sarebbe stata facilissima neppure con i cinema aperti, calcolando l’accresciuta suscettibilità di tutti quanti, chi già protestava allora e chi ha cominciato a chiedere risarcimenti nel frattempo. Ma il comico è convinto – come Abbie Hoffman, il personaggio interpretato nel “Processo ai Chicago 7” di Aaron Sorkin – che “dalle vacche sacre si ricavano gli hamburger migliori”. Inappetenti, vegani e permalosi, astenersi.

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