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Senza satira non leggeremmo più libri e non andremmo più al cinema

Mariarosa Mancuso

Vi raccontiamo la storia di una battuta di W. C. Fields. I sensibili e i perbenisti si tengano forte

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"Safe space", invocano i professionisti dell’offesa. Se sono all’università, non tollerano di leggere nulla che possa evocare antichi traumi, o risvegliare ricordi spiacevoli, o urtare le idiosincrasie coltivate da ognuno di noi come cosa cara – il disagio è sommamente soggettivo. Per questo esistono l’ironia e il divanetto dello strizzacervelli. Per questo esistono il cinema e i romanzi, che sbrigano faccende ad alto rischio senza mettere in pericolo la vita o la mente del lettore (vale anche per la lettrice, e per la balena che gli animalisti vorrebbero cancellare da “Moby Dick”).

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"Safe space", invocano i professionisti dell’offesa. Se sono all’università, non tollerano di leggere nulla che possa evocare antichi traumi, o risvegliare ricordi spiacevoli, o urtare le idiosincrasie coltivate da ognuno di noi come cosa cara – il disagio è sommamente soggettivo. Per questo esistono l’ironia e il divanetto dello strizzacervelli. Per questo esistono il cinema e i romanzi, che sbrigano faccende ad alto rischio senza mettere in pericolo la vita o la mente del lettore (vale anche per la lettrice, e per la balena che gli animalisti vorrebbero cancellare da “Moby Dick”).

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Prima di sapere che si chiamasse “Safe space” – pur avendo visto nel 2015 un episodio di “South Park” con lo stesso titolo (per quanto uno prenda sul serio la satira, non lo fa mai abbastanza) – un angoletto comodo e privo di qualsivoglia contrarietà l’avevamo sognato. Un posto dove la battuta “Uno che odia così tanto i cani e i bambini non può essere completamente malvagio” provoca risate. Non anatemi (da chi l’ha capita) né occhiatacce (da chi non è certo di averla capita, ma ci sono i cani e i bambini, e su di loro non si deve scherzare mai). Viene attribuita a W. C. Fields, uno dei comici collocati da Woody Allen tra i magnifici sei, con lui ci sono Chaplin, Buster Keaton, Groucho e Harpo Marx, Peter Sellers (anche chi sostiene che il regista non possa più essere nominato, meno che mai apprezzato, è fuori dal nostro safe space). Dick Cavett, che oltre a essere un celebre conduttore televisivo agli inizi della carriera faceva il cabaret, ricorda di essere andato con Woody Allen in pellegrinaggio sulla tomba di W. C. Fields. Sulla lapide, le date di nascita e di morte: 1880 - 1946. Nessuna delle battutacce su Filadelfia che il comico usava fare nei suoi spettacoli, variazioni sul concetto “meglio morto che a Filadelfia”.

 

W. C. Fields era grasso, con la bombetta e il sigaro, provvisto di un notevole naso rubizzo, dedito all’alcol che sul set spacciava per limonata. Era il tipo di comico arrabbiato e borbottone, la battuta era perfettamente in linea con il cinismo di cui faceva sfoggio, anche ai danni delle vecchiette e del Natale (siccome il destino sa prendersi le sue ripicche, morì il giorno di Natale, per complicazioni alcoliche). Era così bravo che sui copioni le sue battute non c’erano, solo l’indicazione, a tutte maiuscole: “Mr. W. C. Fields fornirà qui adeguato materiale”. Per vederlo all’opera, c’è il film “Mia bella pollastrella”, anno 1940 (per una volta, il titolo italiano è fedele all’originale “My Little Chickadee”). Mae West è una ballerina da saloon, lui un baro, danno fondo all’intero repertorio di doppi sensi praticabili nel cinema di quegli anni. Entrambi compaiono nella foto di gruppo accanto ai Beatles, sulla copertina dell’album “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”. 

 

La battuta non era sua, sostiene il biografo James Curtis. Era di Leo C. Rosten, che stava conducendo uno studio sulle tribù hollywoodiane (poi scriverà “The Joys of Yiddish” – che era la sua lingua madre – e “The Joys of Yinglish”, sulle parole degli shtetl che arricchiscono l’inglese). Interrogato su W. C. Fields, disse che lo conosceva poco, ma si fidava dell’istinto: “Uno che odia così tanto i cani e i bambini non può essere completamente malvagio”. La riscriviamo per urtare i sensibili, e rafforzarne le difese. In caso contrario, non resterà niente da leggere e niente da vedere al cinema o su qualsivoglia piattaforma. Stiamo cominciando a pensare che sia questo il vostro talebanissimo scopo.

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