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Costa-Gavras fa un film sulla Grexit e i fantasmi di allora si ripresentano

Micol Flammini

Il regista greco torna nella sua terra per girare il film tratto da “Adulti nella stanza”, il libro di Varoufakis, tra accuse della stampa a Tsipras e un’occhiolino all'ex ministro

Roma. Non avrebbe dovuto essere un film sulla discordia, le intenzioni erano diverse, erano buone, positive. Avrebbe dovuto essere il film del ritorno, quello di uno dei registi greci più famosi, che però dalla Grecia si è allontanato. Quando Costa-Gavras aveva deciso di fare del libro di Yanis Varoufakis “Adulti nella stanza” un film aveva delle ottime intenzioni, le migliori. Così anche il governo greco di Alexis Tsipras quando ha deciso di destinare al regista, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero per “Z - l’orgia del potere”, un assegno per realizzare la pellicola. Non avrebbe dovuto essere il film della discordia, anzi, il fatto che il governo di Tsipras avesse deciso di destinare 630 mila euro a un film tratto dal libro del suo ex ministro delle Finanze era sembrato un segno di apertura, di pace. E l’idea di accettare il progetto di un grande regista, di dargli la possibilità di fare della crisi greca un film, di renderlo storia e memoria, al governo era anche sembrata una buona idea se non fosse che il primo ministro greco è ai minimi, gode di un bassissimo consenso e il suo governo traballa. Si voterà in autunno, anche se in molti chiedono di andare a elezioni anticipate, e nonostante Alexis Tsipras sia riuscito a ridare alla Grecia crescita economica, stabilità – cresce dell’1,9 per cento, produce un disavanzo primario del 3,5 la disoccupazione è passato dal 28 al 18 per cento – e un accordo storico sul nome della Fyrom che oggi si chiama Repubblica della Macedonia del nord, che però ha alimentato le rabbie dei nazionalisti che in Grecia non sono mai stati pochi, piace sempre meno. Tra le varie iniziative del governo c’è anche quella di finanziare dei progetti cinematografici per far rivivere il cinema greco e grazie a questi fondi Costa-Gavras ha deciso di tornare in Grecia, suo paese di origine, dove ad attenderlo non c’è stata nessuna dimostrazione di affetto, nessun benvenuto. La stampa greca e l’opposizione accusano il regista di accettare gli aiuti di stato per fare propaganda al governo. Costa-Gavras ha spesso girato film di carattere storico e politico e dopo le accuse ha dovuto spiegare all’agenzia di stampa greca Ana: “Ho fatto film per 50 anni. Io e i miei film siamo stati criticati a volte nel male, ma a volte nel bene, tuttavia, non è mai stato scritto che ho preso soldi per promuovere la politica e i piani di un partito”. Ora che “una parte della stampa del mio paese d’origine mi insulta nel peggiore dei modi”, si commuove e si arrabbia Costa-Gavras sottolineando che questo è il suo primo film girato in Grecia.

 

La nuova produzione racconta il 2015, le trattative tra Atene e la Troika, la crisi. Racconta la figura di Varoufakis, il referendum di luglio in cui i greci avevano votato contro le politiche di austerità. I media greci che si oppongono a Tsipras hanno attaccato il regista, hanno definito il film uno “sforzo indiretto di autopromozione da parte del governo”, parole che non hanno sorpreso il governo, ma hanno ferito il regista che ha iniziato a girare il film in Grecia a inizio di questo mese dicendo che la sua intenzione è “rappresentare una tragedia greca”. L’intenzione di rappresentare la storia di un paese “intrappolato nell’Eurogruppo che ha imposto la dittatura dell’austerità”, come ha detto il regista, non ha solleticato però i media che avrebbero potuto cogliere l’ironia del fatto che è stato il governo, che attraverso questa austerità ha potuto garantire la crescita che le opposizioni a Tsipras non hanno intenzione di riconoscere, a finanziare un film sull’austerità stessa.

 

La pellicola tratta da “Adulti nella stanza” rischia di non essere una buona pubblicità per il primo ministro e il suo partito Syriza, sullo schermo tornerà una figura come l’ex ministro delle Finanze di Varoufakis per il quale, dalle dichiarazione e dalle scelte, Costa-Gavras sembra avere una preferenza. Torneranno le sofferenze, il referendum, le notti a ballare per le strade di Atene per dire no all’austerità, tornerà anche il ricordo, mai svanito, dei compromessi di Alexis Tsipras che ancora in molti gli rimproverano, nonostante tutto. E di compromessi il primo ministro greco ne ha fatti molti, dalla Troika alla Macedonia, e il film di Costa-Gavras, nome d’arte per Konstantinos Gavras, non sembra voler tessere le lodi di quest'arte del compromesso. Tsipras per la Grecia si è trasformato, quattro anni dopo la sua prima vittoria alle elezioni è così diverso da quel politico incendiario che minacciava di tornare alla dracma. Ora ha acquisito un valore internazionale e tra le sue tante, tantissime, scommesse, c’è anche quella di rilanciare il cinema greco. Ha deciso di farlo anche con Costa-Gavras, con un film sul suo rivale, sull’austerità, sulla Grecia, sulle sofferenze che molti greci imputano a lui e all’Europa. Se queste sono le condizioni, difficile si tratti di propaganda.