Dalla Le Pen ai teologi tedeschi, tutti contro Papa Francesco

Destra e sinistra, politica e teologia: le ventiquattr'ore di Bergoglio al centro delle polemiche

Matteo Matzuzzi

La leader della destra francese non ha gradito i commenti sulla sua possibile vittoria nel 2022, mentre dalla Germania si derubrica a "parere" la risposta del Pontefice sulla benedizione delle coppie gay

Nel giro di ventiquattr’ore il Papa le ha sentite da Marine Le Pen, mons. Georg Bätzing, potente presidente della Conferenza episcopale tedesca, teologi e accademici vari, twittologi assortiti ed esperti a vario titolo di “cose di Chiesa”. Si dava conto ieri sul Foglio dell’udienza concessa da Francesco al gruppo dei quattro francesi capitanati dall’eurodeputato Pierre Larrouturou (che però, positivo al Covid, ha inviato il suo consigliere politico) per siglare “un patto ecologista”. Secondo la ricostruzione dei partecipanti all’incontro, Francesco si sarebbe messo le mani nei capelli all’idea che Marine Le Pen vinca le presidenziali del 2022: “Non voglio essere scortese o dire al vostro paese come deve comportarsi. Ma è inquietante”. Pronta la replica della leader della destra francese: “Il Papa si occupi della Chiesa”, come a dire: si faccia gli affari suoi. Al di là delle reazioni di Le Pen, Francesco è forse più preoccupato dal profluvio di dichiarazioni firmate da vescovi che hanno definito “un parere” l’indicazione sulla benedizione delle coppie omosessuali approvata dal Papa in persona.

  

Se quel che stabilisce il Pontefice è un’opinione come le altre, allora il problema è grosso. Soprattutto se anche un sostenitore convinto del pontificato bergogliano, il padre gesuita James Martin preferisce dire  “no comment” al Corriere della Sera che gli chiedeva cosa pensasse del fatto che per il Vaticano una relazione tra omosessuali è peccato. La diocesi di Limburgo fa sapere che 32 teologi su 38 si sono detti favorevoli alla benedizione proibita, giusto per rimarcare la durezza dello scontro in atto tra il Vaticano e la Germania. Il “chi sono io per giudicare?” detto a bordo d’un aereo nel 2013 ha fatto parecchi danni, perché  è divenuto la frase a effetto da applicare al santino del Papa liberal che avrebbe cambiato tutto, nonostante i suoi discorsi poco pubblicizzati dicessero tutt’altro. Un santino benedetto, questo sì, da intellettuali che irridevano i soliti conservatori spiegando che i dubia erano roba da medioevo e che i tempi sono cambiati. Francesco non inquadrabile in categorie, almeno non in quelle solite che segnano il campo di gioco. La mannaia può cadere sui cardinali Burke e Müller e, con la stessa precisione, su fratello Enzo Bianchi. 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.