Il Michelangelo di Antonioni e le foto di Michael Wolf

Luca Fiore

A Milano due mostre da visitare nel weekend

Scendete nella Cripta di San Sepolcro con gli occhi pieni dell’esplosione finale di “Zabriskie Point”. E nelle orecchie le note dei Pink Floyd che accompagnano l’energia di quell’indimenticabile dripping su celluloide. Quella stessa forza è racchiusa nel lungo silenzio del corto-testamento in cui Antonioni si ritrae mentre rende omaggio al Mosè di San Pietro in Vincoli. “Perché non parli, Michelangelo?”, sembra chiedere la statua, che non sa dell’ictus che ha reso muto il regista. La risposta? La mano tremante che accarezza il marmo.

Milano, Cripta di San Sepolcro. “Michelangelo alla Cripta di San Sepolcro”. Dall’11 maggio al 15 settembre

info: criptasansepolcromilano.it

 


 

Le foto della prima mostra italiana di Michael Wolf sono davvero da vertigini. Dunque andate a vederle. Non capita spesso di incrociare tanto rigore formale al servizio di idee così semplici e ficcanti. Wolf ha una dote particolare: quando mostra la pelle di una città riesce a raccontare l’animo dei suoi abitanti e quando si sofferma sui volti delle persone arriva a toccare lo spirito nascosto delle città. Il suo è un argomentare indiretto. Gioca di sponda. Ciò di cui si parla non è mai dentro l’inquadratura. Se poi, anche dopo questa mostra, continuerete ad amare Steve McCurry, beh, peggio per voi.

Milano, Fondazione Stelline. “Michael Wolf-Life in cities”. Dal 10 maggio al 22 luglio

info: stelline.it

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