Massimo Ciancimino non esce bene dalla sentenza Mannino, che ieri questo giornale ha pubblicato, e non si può che registrare con soddisfazione quanto la ricostruzione del Gup Pitruzzella conferisca l’autorevolezza propria di una sentenza a un ruvido giudizio che qui, nei confronti del giovanotto, era stato anticipato. In sostanza si tratta di un pataccaro.
Massimo Ciancimino non esce bene dalla
sentenza Mannino, che ieri questo giornale ha pubblicato, e non si può che registrare con soddisfazione quanto la ricostruzione del Gup Pitruzzella conferisca l’autorevolezza propria di una sentenza a un ruvido giudizio che qui, nei confronti del giovanotto, era stato anticipato. In sostanza si tratta di un pataccaro. Autore di grossolana manipolazione, scolpisce la prosa del Gup. Tutto bene? Fino a un certo punto, perché poi la dottoressa Petruzzella scrive: “Carpisce la considerazione dei Pm accompagnato nel suo luminoso cammino dalla stampa e dal potente mezzo televisivo, stuzzicati con astuzia”. Qualcosa non va, perché se la manipolazione è grossolana non è astuto chi la usa come esca e men che meno lo è chi se ne fa sedurre. A meno che il “sedotto” non calcoli che i potenti mezzi a sua disposizione potranno, con la loro luminosità abbagliante, ridurre la visibilità della “grossolana manipolazione”, lasciandone giusto un alone. Se è così, la sentenza forse non poteva andare oltre ma l’astuzia della grossolana patacca non può essere addebitata tanto al suo costruttore quanto ai detentori dei “potenti mezzi” televisivi ed editoriali che con le loro paillettes hanno tracciato il sentiero luminoso del pataccaro. Resta il dubbio di una complicata relazione fra nessi causali. Ciancimino jr avrà pure cercato lui i media ma è ben possibile che in seguito il rapporto si sia invertito. E’ inutile nascondersi che il ragionamento vale anche per i Pm, triplicando il gioco intricato di cause ed effetti.