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Analogie tra le elezioni spagnole e italiane

Massimo Bordin
“L’unica cosa chiara è che il suo obiettivo è quello di conquistare il potere. A me risulta estremamente complicato fidarmi di una persona come lui. Nello spazio di una settimana è capace di dire una cosa e l’esatto contrario. Passa dal comunismo alla socialdemocrazia. Un giorno proclama che il referendum in Catalogna è una esigenza irrinunciabile e poi sostiene che è solo una proposta. E’ capace di mentire con una straordinaria tranquillità”.
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“L’unica cosa chiara è che il suo obiettivo è quello di conquistare il potere. A me risulta estremamente complicato fidarmi di una persona come lui. Nello spazio di una settimana è capace di dire una cosa e l’esatto contrario. Passa dal comunismo alla socialdemocrazia. Un giorno proclama che il referendum in Catalogna è una esigenza irrinunciabile e poi sostiene che è solo una proposta. E’ capace di mentire con una straordinaria tranquillità”. Così lo scrittore spagnolo Javier Cercas descrive il leader di “Podemos” Pablo Iglesias. Domenica in Spagna si vota e il risultato sarà interessante perché ci sono significative analogie con la situazione politica del nostro paese. Fra esse forse anche le parole usate da Cercas per descrivere un politico che evidentemente non gli è simpatico. Nel leggerle ho pensato a quanti leader politici italiani i loro detrattori  addebitano gli stessi difetti, addirittura con le stesse identiche parole, Catalogna a parte, ovviamente. Tanti, quasi tutti. Dai ballottaggi in cui si scontravano abbastanza nitidamente due diverse concezioni della società siamo passati all’accusa incrociata di non rappresentare altro che identità mascherate da vesti di Arlecchino.
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