In origine fu Enzo Tortora: è il virus del giustizialismo

Massimo Bordin

Per ricordare Enzo Tortora non si può non essere sgradevoli. Ha perfettamente ragione l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini nel notare, come ha fatto ieri, che da quell’arresto “è cominciata la patologia delle nostre istituzioni”.

Per ricordare Enzo Tortora non si può non essere sgradevoli. Ha perfettamente ragione l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini nel notare, come ha fatto ieri, che da quell’arresto “è cominciata la patologia delle nostre istituzioni”. La voglia di forca, il circuito mediatico e il dogma, per legge, della infallibilità del magistrato”. Naturalmente la giustizia italiana aveva gravi pecche anche prima ma è in quel caso che compare un fenomeno che da allora ci accompagna. E’ il cedimento a una sorta di rancore meta-politico che si afferma negli ambienti accreditati come civilmente “più evoluti”, o che almeno tali si ritengono. “Se lo hanno arrestato, qualcosa deve avere sicuramente fatto”. E’ l’argomentazione usata da Camilla Cederna sull’Espresso ma decisivo è quello che aggiunge: “Il personaggio non mi è mai piaciuto. E non mi piaceva il suo Portobello… Il successo ottenuto così si paga”. Grazie a una impietosa rassegna stampa pubblicata in rete da linkiesta.it, nella quale non si salvano nemmeno Montanelli e Forattini, si può capire come siano nati i tempi nei quali viviamo. E con quali levatrici.

 

Questa Bordin Line è stata pubblicata sul Foglio del 19 maggio 2016