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Nella mancata cattura di Provenzano la Trattativa non c'entra (perché non esiste)

Massimo Bordin
Il procuratore generale nella requisitoria in Corte d’appello ieri, a Palermo, ha tenuto fede alla dichiarazione d’intenti dello scorso novembre che questa rubrica vi aveva subito riferito.
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Il procuratore generale nella requisitoria in Corte d’appello ieri, a Palermo, ha tenuto fede alla dichiarazione d’intenti dello scorso novembre che questa rubrica vi aveva subito riferito. Per ottenere la condanna del generale Mori e del maggiore Obinu, accusati di avere dolosamente rinunciato a catturare Bernardo Provenzano, non serve più evocare la trattativa fra stato e mafia. Anzi è una zavorra. Complica le cose. Prova ne sia che in primo grado, sulla base di quel movente, i due ufficiali del Ros sono stati assolti. Dunque, niente trattativa. Il procuratore generale Roberto Scarpinato non sostiene più che la mancata cattura di Provenzano sia un segmento di quella storia. Almeno, i due ufficiali hanno agito per favorire la mafia? No, neanche questo si può dire, ha sostenuto ieri l’accusatore, perché non c’è uno straccio di prova, anzi non c’è motivo di pensare che siano persone corrotte o ricattabili. Dunque in Appello si rinuncia a chiedere anche l’aggravante del favoreggiamento alla mafia. E allora che resta? Perché Mori avrebbe agito in quel modo? Perché è cattivo. Non sembrerebbe a giudicare dal curriculum, ma non potete immaginare quante volte a noi pm di Palermo ci ha preso in giro, raccontandoci balle e facendo quello che voleva lui piuttosto che quello che gli avevamo detto noi. Non ha usato proprio queste parole il procuratore Scarpinato, ma insomma il senso questo era. In estrema sintesi ha chiesto che il generale Mori e il maggiore Obinu siano condannati perché investigatori del Ros. E la trattativa? Se la veda la procura.
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