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L'intemerata di Marco Pannella a Emma Bonino

Massimo Bordin
“In questa situazione di censura verso i Radicali, per far sapere alla gente che esistiamo ancora dovrei mettermi d’accordo con Emma e simulare una rottura fra noi. Forse allora i giornali tornerebbero a citarci”. Questo discorso, paradossale, l’ho sentito più di una volta da Pannella.
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“In questa situazione di censura verso i Radicali, per far sapere alla gente che esistiamo ancora dovrei mettermi d’accordo con Emma e simulare una rottura fra noi. Forse allora i giornali tornerebbero a citarci”. Questo discorso, paradossale, l’ho sentito più di una volta da Pannella nei momenti in cui avvertiva più acuto il vuoto di informazione sulle iniziative politiche sue e dei Radicali. Per di più siamo negli ultimi giorni di luglio, l’informazione rallenta e spazi si aprono a chi sa occuparli, e in questo Pannella è maestro. Eppure l’intemerata domenicale nei confronti di Emma Bonino, nel corso della sua consueta trasmissione a Radio Radicale, non faceva pensare a una forzatura, a qualcosa di recitato. Troppo fuori misura, fino a rimproverare a Bonino di non essere più una militante ma una ormai assimilata al “jet set”, termine fra l’altro che nessuno usa più da almeno quarant’anni. Descritta come estraniatasi dal partito e dunque ora riconosciuta come estranea a esso. Un giudizio duro come mai prima, anche in momenti di forte tensione dovuta alle evidenti diversità caratteriali fra i due. Può essere sia motivato da divergenze politiche sulle priorità o sulle alleanze, ma se fosse, come pare, un problema di “stile di lavoro” per Pannella la cosa sarebbe comunque politica, anzi politica al massimo grado. Al momento è comunque un forte scossone al piccolo mondo radicale che, comprensibilmente, è in agitazione. Mi pare si tratti più di un effettivo esercizio di leadership che di un escamotage mediatico estivo, ma se Pannella dovesse cambiare idea, la seconda ipotesi potrebbe essere una via d’uscita.
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