PUBBLICITÁ

Internazionale è un settimanale che fa status

Massimo Bordin
Anche in tempi di Erasmus, con i diciottenni che leggono in lingua originale in rete la stampa di tutto il mondo, un senso ce l’ha lo stesso. E’ una antologia.
PUBBLICITÁ
Internazionale è un settimanale che fa status. Anche in tempi di Erasmus, con i diciottenni che leggono in lingua originale in rete la stampa di tutto il mondo, un senso ce l’ha lo stesso. E’ una antologia, un po’ come il Foglio del lunedì, e si può sempre verificare se qualcosa di importante ci è sfuggito. E poi come si è detto fa status. Se giri con un iPad qualcuno può sempre pensare che lo usi essenzialmente per le scommesse e YouPorn, se insieme al quotidiano, di venerdì, c’è il settimanale con la copertina blu sei guardato con più considerazione dai benpensanti di sinistra. Per questo ieri è stato un giorno importante. Internazionale pubblica anche commenti e pareri redazionali e ieri Giuseppe Rizzo ne ha scritto uno memorabile. Per forza emotiva, da cui pure invita a guardarsi, ma soprattutto per alcuni fatti e alcune cifre. Dal 1993 al 2003 in Sicilia sono state denunciate 6.613 persone. Gli arrestati per mafia sono stati 2.055. Tutti i capi sono in carcere e la cupola non si riunisce da più di vent’anni. Gli omicidi di mafia nel 1992 furono 152, quest’anno 9. Elencati questi dati Giuseppe Russo conclude : “La frase ‘c’è ancora molto da fare’ ha senso solo se si accompagna all’idea che la mafia non ha vinto, come recita il saggio che Lupo ha scritto insieme al giurista Giovanni Fiandaca, un libro che fa a pezzi in maniera chirurgica e disarmante anche il fantoccio dell’antimafia circense. Altrimenti daremo l’impressione che più che la mafia abbiano vinto i cretini, i maestri dell’emergenza, che come gli asini di Sciascia hanno bisogno delle bastonate per giustificare la propria esistenza”. Meglio non si poteva scrivere. Per di più su un settimanale caro ai lettori di Repubblica e del Fatto.
PUBBLICITÁ