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L’aborto nell’Argentina di Francesco

Redazione

È stato un anno strano nei paesi, molti cattolici, più colpiti dalla pandemia

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L’Argentina, il paese di Papa Francesco, è il più grande dell’America latina a legalizzare l’interruzione di gravidanza. La legge consentirà l’aborto su richiesta fino a quattordici settimane di gravidanza. Un forte movimento femminista, “Ni una menos”, che significa non una donna di meno, si era coalizzato attorno alle questioni dell’aborto e della violenza contro le donne ed è stato la forza trainante di questo storico movimento di legalizzazione. Complice l’elezione lo scorso anno di un presidente di centrosinistra, Alberto Fernández. Papa Francesco si è espresso contro, lodando pubblicamente un gruppo di donne provenienti dai quartieri poveri per il loro attivismo contro l’aborto. L’Argentina si unirà dunque idealmente a Uruguay, Cuba e Guyana, gli unici paesi dell’America latina a consentire l’aborto su richiesta. Fino a ieri, Buenos Aires lo consentiva solo in caso di stupro o se la gravidanza rappresentava un rischio per la salute della donna.

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L’Argentina, il paese di Papa Francesco, è il più grande dell’America latina a legalizzare l’interruzione di gravidanza. La legge consentirà l’aborto su richiesta fino a quattordici settimane di gravidanza. Un forte movimento femminista, “Ni una menos”, che significa non una donna di meno, si era coalizzato attorno alle questioni dell’aborto e della violenza contro le donne ed è stato la forza trainante di questo storico movimento di legalizzazione. Complice l’elezione lo scorso anno di un presidente di centrosinistra, Alberto Fernández. Papa Francesco si è espresso contro, lodando pubblicamente un gruppo di donne provenienti dai quartieri poveri per il loro attivismo contro l’aborto. L’Argentina si unirà dunque idealmente a Uruguay, Cuba e Guyana, gli unici paesi dell’America latina a consentire l’aborto su richiesta. Fino a ieri, Buenos Aires lo consentiva solo in caso di stupro o se la gravidanza rappresentava un rischio per la salute della donna.

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È stato un anno strano, questo 2020. I paesi hanno lottato per fermare la morte da Covid in ogni modo, spesso a mani nude, e l’Argentina non è stata da meno, vantando uno fra i più lunghi lockdown al mondo. Eppure, molti dei paesi più colpiti dalla pandemia sono stati anche molto impegnati quest’anno a varare legislazioni che favoriscono non la vita, ma la morte. In Spagna, un altro ex bastione della fede cattolica, è stata appena approvata l’eutanasia. In Italia è stata completamente liberalizzata la pillola abortiva Ru486. In Francia, il Parlamento ha esteso i termini per ricorrere all’aborto da dodici a quattordici settimane. E ora questa svolta argentina.  

   

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È stato il medievista francese Rémi Brague, parlando al National Catholic Register, a illuminare questo paradosso: “La nostra civiltà sta giocando con la morte già da alcuni decenni. Gli intellettuali la decostruiscono, le persone normali abortiscono. È come se la morte fosse il nostro ultimo dio nascosto”. Uno strano paradosso su cui ci sarebbe da riflettere. 

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