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Editoriali

La legge Zan e la vera "clausola salva idee" che serve su questi temi

Redazione

Educare sì, inculcare mai. Vigilare sui rischi della norma dopo l’approvazione

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La Camera dei deputati ha approvato il tanto atteso disegno di legge contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo, l’ormai noto “ddl Zan”. Alla fine termina con un compromesso, l’inserimento di una “clausola salva idee” a tutela della libertà di espressione. E’ lampante lo scivolone con l’inserimento nella legge della discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Si mette de facto sullo stesso piano la questione omosessuale all’eventuale dileggio e offesa per un impedimento fisico, con il rischio di trasformare l’Lgbt in una minoranza da tutelare come se avesse un handicap. “Salve  idee”… Ma neanche troppo. 

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La Camera dei deputati ha approvato il tanto atteso disegno di legge contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo, l’ormai noto “ddl Zan”. Alla fine termina con un compromesso, l’inserimento di una “clausola salva idee” a tutela della libertà di espressione. E’ lampante lo scivolone con l’inserimento nella legge della discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Si mette de facto sullo stesso piano la questione omosessuale all’eventuale dileggio e offesa per un impedimento fisico, con il rischio di trasformare l’Lgbt in una minoranza da tutelare come se avesse un handicap. “Salve  idee”… Ma neanche troppo. 


Si dovrà vigilare che la legge non sia usata dall’associazionismo lgbt per denunciare conservatori, cattolici e quelle femministe “terf”, come J. K. Rowling, che non si piegano al gender. Si dovrà prestare attenzione che la parte sull’educazione nelle scuole, più che a un’opera di sensibilizzazione sul rispetto delle persone, non tenda a essere usata come una clava ideologica per imporre nella scuola pubblica la teoria transgender, di cui Zan in un colloquio col Foglio ha negato l’esistenza ma che è oggetto di apprensione in tutti i paesi occidentali per via della sua tendenza egemonica. L’“ora antidiscriminazione” nelle scuole, contenuta nella legge, è soltanto all’apparenza innocua e positiva. Lede, di fatto, il diritto dei genitori all’educazione esclusiva dei propri figli in materie sensibili come queste. La scuola deve soprattutto insegnare, educare un po’ ma mai inculcare idee. Allora si apre un tema. La vera clausola “salva idee” non può darcela la legge, ma la maturità di una società e di una opinione pubblica che sui temi di coscienza lascia che il pluralismo e il dissenso fioriscano, anziché esercitare un pericoloso monopolio del bene.

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