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Contro la legge Zan

Redazione

Premesse giuste, le norme meno. I guai del testo anti omo-transfobia

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La legge contro l’omotransfobia in discussione in commissione alla Camera presenta aspetti piuttosto delicati. Naturalmente è giusto sanzionare comportamenti discriminatori o persecutori a causa dell’orientamento sessuale, ma questo dovrebbe già essere garantito dalla normativa vigente. Si sarebbe potuta inserire una aggravante per i reati commessi con questa motivazione, senza istituire un nuovo reato difficile da definire in modo preciso e che quindi può generare una giurisprudenza contraddittoria.

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La legge contro l’omotransfobia in discussione in commissione alla Camera presenta aspetti piuttosto delicati. Naturalmente è giusto sanzionare comportamenti discriminatori o persecutori a causa dell’orientamento sessuale, ma questo dovrebbe già essere garantito dalla normativa vigente. Si sarebbe potuta inserire una aggravante per i reati commessi con questa motivazione, senza istituire un nuovo reato difficile da definire in modo preciso e che quindi può generare una giurisprudenza contraddittoria.

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Gli atteggiamenti “fobici” non possono essere di per sé considerati un reato, vanno combattuti sul piano culturale, non con metodi amministrativi. Basta pensare, per chiarire il concetto, alla xenofobia, che non è un reato in sé, ma che viene sanzionato quando diventa elemento di propaganda razzista o di atti discriminatori. Alla possibile interpretazione estensiva della legge contro l’omotransfobia ha provveduto un emendamento di Forza Italia accolto in commissione dalla maggioranza, che chiarisce che “al fine della presente legge è consentita la libera espressione di convincimenti e opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte”.

   

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Il fatto stesso che sia stato necessario introdurre questi richiami a diritti costituzionali ovvi nel testo della legge fa capire che il suo impianto contiene rischi di lesione dei princìpi liberali”. Lo ha chiarito bene Silvio Berlusconi, che ha spiegato che, pur riconoscendo “il prezioso lavoro per limitare i danni della nuova disciplina” conferma l’opposizione perché “la legge Zan sull’omofobia rappresenta un passo indietro sul piano della libertà di espressione”.

 

La libertà è vera solo se la si garantisce anche a chi ha opinioni diverse o persino opposte alle proprie, in base a questo principio di fondo anche chi, come questo giornale, ha sempre combattuto le discriminazioni contro gli omosessuali e continuerà a farlo, non può che plaudire alla posizione moderata ma ferma dell’anziano leader di Forza Italia.

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