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Bandiera bianca

L’Inghilterra è tornata pagana

Antonio Gurrado

Quindici secoli dopo la cristianizzazione della Britannia, per la prima volta meno della metà degli abitanti si dichiara cristiano

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E così l’Inghilterra è pagana. Quindici secoli dopo la cristianizzazione della Britannia, l’opera inversa è stata portata a compimento e viene ora ratificata dal censimento della popolazione. I giornali strillano perché, per la prima volta, meno della metà degli abitanti si dichiara cristiano (il 46,2 per cento, per la precisione), sollevando dubbi circa la forte rappresentanza del clero anglicano in organismi statali come le scuole o la Camera dei Lord. I giornali si entusiasmano perché la seconda fetta percentuale di cittadini si afferma atea (un bel 37,2 per cento, con inspiegabili picchi in remote lande gallesi tipo Caerphilly, Blaenau Gwent e Rhondda Cynon Taf), dato che fa presagire un’ondata di umanesimo e di religione civile.

    

Eppure, a ben guardare, il censimento svela ben altro: rispetto all’ultimo rilevamento di dieci anni fa, il paganesimo autocertificato è cresciuto del 240 per cento, con l’aggiunta di una dozzina di migliaia di signore che si denunciano come streghe; mentre lo sciamanesimo, dal 2011, è incrementato di un impressionante 11.000%. In attesa di vedere la Camera dei Lord affollata di guaritori, tizie a cavalcioni su una scopa ed emuli di Panoramix, prendiamo atto che il censimento inglese dà ragione postuma a Chesterton – se uno smette di credere in Dio, allora inizia a credere a tutto.

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