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bandiera bianca

Nessuna università italiana tra quelle d'eccellenza? Colpa dell'arbitro!

Antonio Gurrado

Siamo fuori dalla lista delle università di alto livello riconosciute dall'Inghilterra per emigrare. Ma tranquilli, le nostre infinite mancanze non c'entrano

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Effetto della Brexit, il Regno Unito accetterà entro i propri confini solo immigrati che abbiano già un lavoro (questa l’ho già sentita) a meno che non corrispondano a un alto profilo, ad esempio in quanto laureati in università elencate in una specifica lista dettagliata. In cui non si trova nemmeno un’università italiana. Ora, questa notizia potrebbe indurre a sospettare che i laureati delle università italiane non siano tutti di alto profilo. Forse per la liceizzazione dei corsi, sempre più appiattiti sulla necessità di sopperire alla mancanza di preparazione di base. Forse per il mantenimento del valore legale del titolo di studio, che equipara alla miglior laurea presa nella migliore università la peggior laurea presa nella peggiore università.

Forse per la presenza di una classe docente sclerotizzata e autoreferenziale. Forse per il mancato riconoscimento dei pochi centri di eccellenza e merito – intendo coi soldi, non con le chiacchiere. Forse per il fraintendimento del diritto allo studio come diritto alla laurea per tutti. Poi però ho letto la spiegazione del ministro competente: niente di tutto questo, l’Università italiana è semplicemente penalizzata dai parametri utilizzati nei ranking. Insomma, se perdiamo non è perché siamo scarsi ma solo per colpa dell’arbitro; meno male, stavo quasi per preoccuparmi.

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