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BANDIERA BIANCA

Bandiera bianca a mezz'asta

Antonio Gurrado

L'omaggio a Franco Battiato: di questa rubrica ha ispirato il nome e ancora, dopo milletrecentoventisette puntate, resta una bussola che indica come restare calmi e indifferenti mentre intorno tutti fanno rumore

Bandiera bianca a mezz’asta oggi, è inevitabile, poiché questa rubrica prende nome proprio da quelle note, riascoltate per caso mentre meditavo su come intitolarla, ormai più di cinque anni fa. Battiato cantava in sottofondo ai miei pensieri e quelle due parole di uso comune – così semplici, così candide – mi sono subito parse luccicare dei sensi sovrapposti e stratificati che mi stavo affaticando a cercare: la mia costitutiva arrendevolezza, è naturale; il malinconico patriottismo démodé di Fusinato (“Il mondo infuria / il pan ci manca / sul ponte sventola”); un tocco di meridionalismo snob, visto che bianca era la bandiera dei Borbone in altri tempi e altri spazi; soprattutto, lassù in cima, il vessillo privo di stemma dietro a cui Dante condanna a correre senza requie gli ignavi come me, ai quali mancano le forze necessarie per non restare rassegnati a metà guado o per smettere di girare inutilmente in tondo.

 

È da milletrecentoventisette puntate, con quella di oggi, che sono felice di aver colto quel suggerimento che Battiato mi ha lasciato ignaro nella sua canzone, e gli sono grato perché ogni giorno, mentre scrivo, cerco di fare la cosa più difficile, uh com’è difficile: restare calmo e indifferente mentre intorno tutti fanno rumore.

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