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bandiera bianca

Come placare i sospetti sul vaccino. Il caso della Cornell University

Antonio Gurrado

Nell'università americana l'iniezione antinfluenzale è obbligatoria per tutti gli studenti.  Ma a quelli "neri, nativi e altre persone di colore" è dedicata una specifica sezione informativa 

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Questo articolo contiene un’imprecisione, di cui l’autore si assume la responsabilità, a causa di un’interpretazione equivoca che ha ingannato alcune testate, fra cui il settimanale The Week. Cornell non ha due diverse politiche vaccinali ma, riconoscendo il passato di sfruttamento a fini medici delle persone di colore e native, dedica al loro possibile scetticismo una sezione specifica delle raccomandazioni riguardo al vaccino antinfluenzale, illustrandone funzionamento e benefici. Offre inoltre supporto a chi, fra loro, “dovesse conoscere la scienza ma comunque mantenere della perplessità riguardo alle politiche sanitarie”.

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Questo articolo contiene un’imprecisione, di cui l’autore si assume la responsabilità, a causa di un’interpretazione equivoca che ha ingannato alcune testate, fra cui il settimanale The Week. Cornell non ha due diverse politiche vaccinali ma, riconoscendo il passato di sfruttamento a fini medici delle persone di colore e native, dedica al loro possibile scetticismo una sezione specifica delle raccomandazioni riguardo al vaccino antinfluenzale, illustrandone funzionamento e benefici. Offre inoltre supporto a chi, fra loro, “dovesse conoscere la scienza ma comunque mantenere della perplessità riguardo alle politiche sanitarie”.

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Un fulgido esempio di antirazzismo ci giunge dalla Cornell University, che ha saggiamente imposto un vaccino antinfluenzale obbligatorio a tutti gli studenti. Tutti tranne quelli che appartengono a una minoranza. “Neri, nativi e altre persone di colore”, spiega l’ateneo, “in passato sono state utilizzate dai dominatori a scopo di profitto monetario o scientifico”. Per questo, conclude, il vaccino antinfluenzale potrebbe insospettirli o farli sentire sfruttati.

 

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È una posizione molto interessante in quanto combina più paralogismi in un modo così sofisticato che solo intellettuali e accademici potevano arrivarci. Anzitutto, confonde i piani temporali, desumendo che le stesse intenzioni sordide praticate in passato da scienziati senza scrupoli possano tuttora annidarsi dietro la punturina del 2020. Quindi confonde il piano della realtà e quello del pensiero, oscurando la verità scientifica (il vaccino antinfluenzale fa bene) per dare credito al sospetto soggettivo (il vaccino mi fa sentire sfruttato, quindi fa male). Infine, soprattutto, sbalestra i piani del beneficio e della conseguente credibilità. Se Cornell ha stabilito che il vaccino debba essere obbligatorio, sarà perché lo reputa un vantaggio oggettivo per la comunità accademica. In tal caso, sottrarvi una parte degli studenti significa escluderla dalla possibilità di contribuire a questo beneficio, oltre che di riceverlo. Se invece Cornell ritiene che il vaccino antinfluenzale sia acqua fresca, non si capisce perché allora un’altra parte degli studenti debba essere obbligata a farlo solo perché non appartiene a una minoranza. In ogni caso, si tratta di un fulgido esempio di discriminazione antirazziale. 

 

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