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bandiera Bianca

A che ora inizia il 2021

Antonio Gurrado

L’assunto che la vita imita l’arte, in Italia, ha il corollario che la politica imita i film comici

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Non si è ancora spenta la disputa teologica, infiammata dall’archimandrita Francesco Boccia, sull’ora esatta del Natale di Gesù, che già si profila all’orizzonte la disputa cronologica sull’inizio anticipato del 2021. Leggo che un ristorante veneto, a Musile di Piave, si è già attrezzato per un veglione all’ora di pranzo (e chissà quanti altri ristoranti ci hanno già pensato o stanno per pensarci): se potremo essere aperti, è il succo, proponiamo di iniziare i festeggiamenti alle tredici del 31 dicembre, con brindisi di mezzanotte alle diciassette e trenta. Dopo di che, entro le diciotto, tutti a casa a scaldarsi davanti alla tv e a vivere l’esperienza straniante del countdown televisivo sei ore e mezza dopo l’inizio dell’anno nuovo, come se si stesse guardando la Rai da una specie di Mongolia interiore.

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Non si è ancora spenta la disputa teologica, infiammata dall’archimandrita Francesco Boccia, sull’ora esatta del Natale di Gesù, che già si profila all’orizzonte la disputa cronologica sull’inizio anticipato del 2021. Leggo che un ristorante veneto, a Musile di Piave, si è già attrezzato per un veglione all’ora di pranzo (e chissà quanti altri ristoranti ci hanno già pensato o stanno per pensarci): se potremo essere aperti, è il succo, proponiamo di iniziare i festeggiamenti alle tredici del 31 dicembre, con brindisi di mezzanotte alle diciassette e trenta. Dopo di che, entro le diciotto, tutti a casa a scaldarsi davanti alla tv e a vivere l’esperienza straniante del countdown televisivo sei ore e mezza dopo l’inizio dell’anno nuovo, come se si stesse guardando la Rai da una specie di Mongolia interiore.

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Aspettate qualche giorno e vedrete che seguirà un intenso dibattito politico sul momento in cui fissare l’inizio del 2021. Ci saranno puristi (“Non toccate il Capodanno!”), sovranisti (“No al Capodanno col fuso orario giargianese!”), spiritualisti (“Capodanno è un cambiamento dentro di noi, non fuori di noi”) e utilitaristi (“Per far recuperare fatturato ai ristoranti, Capodanno tutti i giorni fino al 10 gennaio”). Qualcuno avanzerà precedenti storici – a Firenze nel Medioevo l’anno iniziava a marzo, in Francia dopo la Rivoluzione l’anno iniziava a settembre, cosa saranno sei ore in più o in meno? – qualcuno azzarderà calcoli astronomici, qualcuno trarrà quadri astrologici.

 

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Ma il vero quadro di riferimento del dibattito, gratta gratta, alla fine sarà la battuta di Nino Frassica quando sosteneva di festeggiare il Natale il 23 dicembre e Capodanno il 28, per evitare di trovarsi nel traffico; o “32 dicembre” di Luciano De Crescenzo, col povero processato perché ha sparato i petardi quando poteva permettersi di comprarli, anche se Capodanno era passato da un pezzo; o, soprattutto, la scena di Fantozzi in cui i camerieri mettono avanti gli orologi per affrettare il brindisi degli sfigati e far iniziare in orario il veglione dei vip. Perché l’assunto che la vita imita l’arte, in Italia, ha il corollario che la politica imita i film comici.

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