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E se introducessimo un patentino civico per poter votare?

Antonio Gurrado

Gli studenti di un liceo di Milano ha avanzato questa proposta per reintrodurre il suffragio ristretto, vanto d’Italia da Cavour a Giolitti

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Sbaglia chi pensa che gli studenti siano tutti contrari al numero chiuso. Da un liceo di Milano giunge la proposta, da presentare al Quirinale, di un patentino civico per essere ammessi nelle cabine elettorali. Il ragionamento non è peregrino: se per guidare non basta avere diciott’anni ma bisogna dimostrare di sapere cosa si sta facendo, perché non vale lo stesso quando si vota? La proposta reintroduce di fatto il suffragio ristretto, vanto d’Italia da Cavour a Giolitti, e non escludo che possa essere stata insufflata negli adolescenti dai freschi studi di storia. Non so cosa preveda nei dettagli questo patentino: presumo l’aver letto la Costituzione e magari l’averla capita. Ridurrebbe oltremodo gli aventi diritto il chiedere, prima di consegnare la scheda, quale organo si sta procedendo a eleggere; li falcidierebbe, credo, l’aggiunta di una domanda sulla separazione fra i tre poteri dello Stato; ne causerebbe pressoché l’estinzione il subordinare la validità del voto alla risoluzione di un piccolo test di logica. Chissà magari, un giorno, questi studenti presenteranno davvero la loro proposta al Presidente della Repubblica, facendogli notare quanta fatica avrebbe risparmiato se solo fosse già invalso il patentino civico. Ci vuole tutta la sfacciataggine rivoluzionaria dei sogni giovanili per poter essere fieramente reazionari.

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