La gaffe del teatro San Carlo col re di Spagna e la politica ai tempi di Google

Il coro intona l'inno franchista e mette in imbarazzo il sovrano e Mattarella. Gli organizzatori dicono di avere sbagliato la ricerca del brano su internet

Antonio Gurrado

Il coro delle voci bianche del teatro San Carlo di Napoli ha cantato davanti a Felipe VI la versione franchista dell’inno spagnolo, commissionata nel 1928 da Miguel Primo de Rivera e abolita col ritorno alla democrazia. Il dettaglio succulento della figuraccia non è tanto la gaffe in sé (Felipe VI ha glissato, Mattarella si è scusato) quanto la giustificazione addotta dagli organizzatori: il coro, riferisce la Stampa, aveva cercato il testo dell’inno su internet. Sarebbe bastata una googlata meno frettolosa per accorgersi che, da decenni, gli sportivi spagnoli non aprono la bocca durante l’esecuzione degli inni poiché è stato eliminato il testo, che parlava di incudini e ruote che battono al ritmo della fede, ma mantenuta la musica. Sorprende tuttavia come, in una prestigiosa occasione istituzionale, chi ha una responsabilità ricorra a uno strumento tanto informale e fallace. È segno della leggerezza acritica con cui affidiamo al web il criterio ultimo di verità anche in materie che richiedono discernimento e cautela, tipo la politica. Grazie infatti alla gaffe del San Carlo, un domani, quando saremo del tutto rovinati, se qualcuno dovesse mai chiederci dove abbiamo pescato un governo del genere, potremo rispondere che l’avevamo cercato su internet. 

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