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Perché per cinque giorni Sanremo ci mente

Antonio Gurrado
Per cinque giorni Sanremo deve mentirci perché ogni canzone è il rifugio in cui i desideri sembrano realizzabili, tant’è vero che c’è sempre una canzone che suona e c’inganna quando c’innamoriamo. Nelle parole delle canzoni e dei cantanti cerchiamo rispondenza ai moti d’animo che vorremmo lasciassero un’impronta sull’argilla del mondo che ruota indifferente agli affari nostri.
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Di notte dormo e di giorno lavoro quindi non so cos’abbia detto di preciso Nicole Kidman sulle donne né quanto lacrimevole fosse la poesia di Nino Frassica per gli immigrati o quanto lunghe le nappe arcobaleno di Eros Ramazzotti. Però in un romanzo ho letto che “le canzoni con le parole mentono” quindi intuisco che – non potendo vivere di musica senza testi – ogni parola cantata o pronunciata in un Festival sia mendace perché deve collocarsi su uno spartito in cui cuore fa sempre rima con amore, mare con giocare, donne con violenza e famiglia con qualsiasi. Per cinque giorni Sanremo deve mentirci perché ogni canzone è il rifugio in cui i desideri sembrano realizzabili, tant’è vero che c’è sempre una canzone che suona e c’inganna quando c’innamoriamo. Nelle parole delle canzoni e dei cantanti cerchiamo rispondenza ai moti d’animo che vorremmo lasciassero un’impronta sull’argilla del mondo che ruota indifferente agli affari nostri. Del testo che un motivetto deve pur avere, delle parole che un cantante deve pur dire, tratteniamo il concetto che meglio blandisce la nostra illusione e lo crediamo realtà oggettiva quando invece è solo uno specchio della nostra insondabile interiorità. Di notte dormo e di giorno lavoro però ho letto cosa scrisse Nietzsche dell’abisso; so quindi che, se guardi Sanremo, Sanremo ti guarda.
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