Il mistero del suicidio demografico dell'Europa spiegato con le vendite dei pannolini

Giulio Meotti
I dati dicono che i prodotti per l’incontinenza degli anziani hanno ormai superato quelli per i neonati. Così il mercato cambia e si adegua al calo delle nascite nel nostro continente.

All’inizio degli anni Settanta Antonio Golini, uno dei massimi demografi italiani, riceve una telefonata dal direttore generale della Plasmon, il più grande produttore di alimenti per bambini. “Mi chiese se qualcosa poteva essere fatto per impedire all’azienda di andare fuori mercato. A quel tempo non ero consapevole della gravità del problema. Nei primi anni Ottanta, Plasmon ha iniziato a fare prodotti dietetici”. Fu allora che iniziò la crisi demografica dell’Italia e dell’Europa, cui dedica un servizio l’Economist.

 

Trent’anni dopo, come spiega il settimanale inglese, Kimberly-Clark, l’azienda produttrice dei pannolini Huggies, avrebbe rinunciato a gran parte del mercato europeo. Non più appetibile. Intanto Procter & Gamble, che produce i pannolini Pampers, si è gettata assieme alla Kimberly-Clark sul business del futuro: i pannoloni per vecchi. Racconta Bloomberg che il mercato di prodotti per l’incontinenza degli anziani ha superato quello dei neonati (dal 2015 al 2020 le vendite di pannoloni per vecchi saliranno del 48 per cento). Nel Regno Unito, i pannoloni per adulti supereranno presto gli assorbenti per le mestruazioni.

 

Perché l’Europa sta diventando infertile e grigia come nel romanzo “The children of men” di P.D. James, dove si avverte tutta la tristezza di un mondo che si è autoconsumato. Di “mistero del bambino mancante” parla l’Economist, che si smarca dalla vulgata welfarista che imputa il collasso demografico alla mancanza di lavoro o alla riduzione dei servizi sociali. Numeri spaventosi. Nel 2008 l’intera area dell’Unione europea ha visto la nascita di 5.469.000 bambini. Cinque anni dopo erano 5.075.000, un calo del sette per cento. E via sempre più giù. Un rapporto dello United States Census Bureau dice che ventidue dei venticinque paesi più vecchi del mondo sono oggi in Europa. “I tassi di fecondità sono caduti in paesi con economie doloranti, come Grecia e Italia”, scrive l’Economist. “Ma sono caduti anche in paesi che hanno navigato attraverso la crisi finanziaria, come Australia e  Norvegia”. Del Portogallo, uno dei paesi europei più colpiti, ha scritto il Washington Post: “Il calo delle nascite in tutto – un calo del 14 per cento dal 2008 – è stato così acuto che il governo sta per chiudere un gran numero di reparti di maternità a livello nazionale. In un paese sempre più senza figli, la vendita di prodotti come pannolini e saponi per bambini sta precipitando”. Trude Lappegard, demografa norvegese citata dall’Economist, sostiene che “la crisi demografica potrebbe essere facile da spiegare se avesse colpito un gruppo in particolare. Invece, le donne di tutte le età e di tutti i livelli di istruzione fanno sempre meno figli”.

 

E’ un mistero, appunto. Quello della prima società nella storia che ha consegnato sempre più ricchezza e comfort ai propri cittadini, ma sempre meno bambini. Arnold J. Toynbee diceva che sulla morte di una civiltà si scrivono pochi gialli, e per una buona ragione. Raramente c’è un assassino: di solito, si tratta di suicidio.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.