Martin Shkreli

Arrestato Martin Shkreli, il manager "più cattivo e furbo d'America"

Ugo Bertone
L'uomo d'affari del ramo farmaceutico è stato incarcerato con l'accusa di aver truffato la sua vecchia società, la Retrophin: avrebbe usato le casse sociali come una sorta di Bancomat. Era diventato celebre per aver alzato il prezzo del Daraprim, farmaco utilizzato per il trattamento della toxoplasmosi, da 13,50 a 750 dollari.

L’uomo più cattivo d’America, Martin Shkreli, al cui cospetto Jordan Belfort, il lupo di Wall Street interpretato da Leonardo di Caprio, sembra un boy scout, è stato arrestato ieri mattina dalle autorità federali per truffa nei confronti della sua vecchia società, la farmaceutica Retrophin, che l’accusa di aver usato le casse sociali come una sorta di Bancomat.

 

Ma non è per questo che Shkreli, 32 anni, figlio di due immigrati albanesi, si è meritato il titolo di imprenditore più politicamente scorretto d’America, deciso a far soldi sui malati più disgraziati. Quelli che, ad esempio, hanno bisogno del Daraprim, il farmaco con cui è commercializzata in Usa la pirimetamina, principio attivo usato per il trattamento della toxoplasmosi. Una medicina “povera” seppur insostituibile, venduta a 13,50 dollari la confezione prima che finisse nelle mani della Turing, l’ultima società di Shkreli, che ne ha alzato il prezzo a 750 dollari. Difficile immaginare una mossa più odiosa: il farmaco, prezioso per la cura di Aids, malaria e altre patologie che deprimono il sistema immunitario, ha un costo di produzione attorno a un dollaro. Anche per questo, nonostante sia scaduto il brevetto, nessuna azienda farmaceutica ha proposto finora   un’alternativa generica. E non sarà facile farlo in futuro perché Turing ha eretto una serie di barriere commerciali che rendono difficile agli altri produttori procurarsi un numero di campioni sufficienti da esaminare per riprodurre il farmaco. Insomma, una sorta di ricatto sulla salute, reso possibile dall’assenza di tetti al prezzo delle medicine in America, che Shkreli ha già sperimentato con successo in passato con un altro farmaco, il Thiola (una medicina per il fegato passata da 1,50 a 30 dollari), e che intendeva replicare con il KaloBios, una molecola ancora in fase 2.

 

Roba da nascondersi, direte voi.

 

Al contrario Martin il cattivo ha difeso le sue scelte a spada tratta su giornali e tv, sostenendo che “l’azienda che possedeva in Daraprim prima di noi – ha detto in tv – lo stava praticamente regalando. Quello che abbiamo fatto è in linea con le azioni del resto dell’industria farmaceutica. Useremo i proventi delle vendite per la ricerca”. Ma per quello ci sono i fondi specializzati, gli è stato obiettato. Perché non rivolgersi a loro piuttosto che spennare i pazienti? Tante accuse finché, stressato da giornali e tv, Martin non ha perso la pazienza: “Sembra che i media abbiano puntato il dito contro di me – ha twittato sotto il fuoco delle critiche. Allora anch’io ho puntato il dito contro di loro, ma non è l’indice né il mignolo”. Citazione di The Way I Am di Eminem, uno dei rapper preferiti da Shkreli che, pochi giorni prima dell’arresto, si è concesso uno sfizio aggiudicandosi per due milioni di dollari l’esclusiva di Once upon a Time dei Wu Tang, impegnandosi a non trarre alcun profitto dall’incisione.

 

[**Video_box_2**]Insomma, un piccolo genio del male con un certo appeal che non stona nella stagione del successo i Donald Trump. Tanto che il parco buoi della Borsa americana si è strappato di mano nelle scorse settimane i titoli di proprietà del KaloBios, una molecola in fase 2 di sperimentazione scartata perché inefficace dopo gli esami della Food and Drud Administration, che l’intraprendente Martin ha rilevato sostenendo di aver individuato nuove proprietà terapeutiche. Non si sa quali, salvo la capacità di far lievitare il valore della patacca del 500 per cento.

 

Per ora, però, la corsa del bad boy è finita in prigione. E qui Shreli potrà intonare il motivo dei Wu Tang che gli piace di più: “Fratello, il cash è tutto per me".

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